Nuove analisi ottenute dal telescopio spaziale Herschel dell’ESA su 65 galassie lontane mostrano che l’energia intensa e i venti arrivati dai buchi neri giganti potrebbero bloccare la nascita delle stelle, un fenomeno che gli scienziati hanno sospettato per anni.
I ricercatori credono che, come molte delle galassie osservate, anche la nostra Via Lattea avrebbe un buco supermassiccio nel suo nucleo, che avrebbe una massa stimata di milioni di masse solari.
Alcuni di questi mostruosi buchi neri sono relativamente calmi, gli altri invece che sono conosciuti come “nuclei galattici attivi” (AGN), potrebbero emettere più radiazioni di quelle prodotte dalla nostra intera Galassia.
Da tempo, gli scienziati pensavano che tutta questa energia prodotta dai nuclei galattici attivi bloccasse il processo della formazione delle stelle.
“C’è tantissima energia nelle radiazioni arrivate dagli AGN. Se il gas riscaldato riesce ad assorbire anche solo una piccola frazione di tale energia, circa un ventesimo, questa potrebbe essere sufficiente per fare sfuggire il gas dalla galassia ospite,” ha detto Mathew Page a Space.com. Questo vento oltrepassa le nuvole di gas delle stelle in formazione. Mathew Page, un astrofisico dell’University College di Londra, continua: “Una volta che il gas è surriscaldato e scappato via, non ci sarà materia da cui si possano formare le stelle.”
Le radiazioni emesse da questi giganteschi buchi neri sono più brillanti di quelle che arrivano dalla formazione stellare in quasi tutte le lunghezze d’onda della luce. Quindi, la migliore chance di trovare queste evidenze è cercarle alle bande tra l’infrarosso e le lunghezze d’onde millimetriche dello spettro elettromagnetico, in cui i nuclei galattici attivi emettono comparativamente poca radiazione.
Nel nuovo studio che è stato pubblicato il 10 maggio sulla rivista Nature, combinando le osservazioni dall’infrarosso lontano alle lunghezze d’onde millimetriche, gli scienziati hanno scoperto chiari segni che i buchi neri supermassicci presenti nei nuclei galattici attivi starebbero soffocando la nascita delle stelle.
“Per capire meglio come i nuclei galattici attivi influiscono sulla formazione stellare durante la storia dell’Universo, abbiamo indagato un periodo compreso tra 8 e 12 miliardi anni fa, quando la nascita delle stelle era molto vigorosa”, spiega il co-autore dello studio, James Bock, scienziato del Jet Propulsion Laboratory della Nasa. “In quell’epoca, le galassie stavano formando le stelle ad un ritmo mediamente 10 volte più alto rispetto ad oggi. Molte di queste galassie sono incredibilmente luminose, 1000 volte più brillanti della nostra Via Lattea.”