La scoperta di un enorme e inusuale buco nero al centro di una galassia molto più piccola della Via Lattea ha lasciato perplessi gli astronomi di tutto il mondo. Un team di ricercatori americani hanno utilizzato il telescopio Hobby-Eberly presso l’Università del Texas a Austin McDonald Observatory per misurare la massa di quello che può essere considerato il più massiccio buco nero mai osservato – con una massa pari a 17 miliardi di soli – nella galassia NGC 1277.
L’insolito buco nero rappresenta il 14 per cento della massa dell’intera galassia ospitante, invece che il solito 0,1 per cento. Questa galassia e molte altre nello stesso studio potrebbero cambiare le teorie su come si formano i buchi neri nei centri galattici e come si evolvono. Il lavoro è comparso nella rivista Nature il 29 novembre.
La galassia NGC 1277 si trova a 220 milioni di anni luce di distanza da noi nella costellazione di Perseo. La galassia è solo il dieci per cento delle dimensioni e della massa della nostra Via Lattea. Nonostante le dimensioni ridotte della galassia NGC 1277, il buco nero al suo centro è grande 11 volte di più dell’orbita di Nettuno intorno al Sole.
“Questa è una galassia davvero stravagante”, ha detto un membro del team Karl Gebhardt dell’Università del Texas a Austin. “E’ quasi tutto un buco nero. Potrebbe essere considerata il primo oggetto di una nuova classe di galassia-buco nero. Inoltre, i buchi neri più massicci sono finora stati osservati nelle più grandi galassie conosciute, ossia quelle ellittiche, ma in questo caso il buco nero si trova in una galassia diversa e relativamente piccola a forma di lente (chiamata in gergo astronomico galassia lenticolare).
Lo studio finale è nato per comprendere meglio come i buchi neri nei centri galattici e le galassie si formano e crescono insieme, un processo non ancora ben compreso.
“Al momento ci sono tre meccanismi completamente diversi candidati a spiegare il legame tra la massa del buco nero e le proprietà delle galassie ospitanti. Non capiamo ancora quale di queste teorie è meglio “, ha detto l’autore natura Remco van den Bosch dell’Università del Texas a Austin.
Il problema è la mancanza di dati. Sembra strano, ma finora i buchi neri galattici scoperti e misurati sono ancora molto pochi rispetto all’enorme numero stimato (si pensa che ogni galassia di una certa dimensione contenga al suo centro un buco nero). Gli astronomi conoscono fino ad oggi le dimensioni di meno di 100 buchi neri galattici. Ma misurare le masse dei buchi neri è difficile e richiede tempo.
“Quando si cerca di capire qualcosa, è sempre meglio guardare gli estremi: le galassie più massicce e quelle meno massicce”, ha detto Gebhardt. “Abbiamo scelto un campione molto ampio di galassie più massicce e vicine” per capire meglio la relazione tra buchi neri e le galassie ospiti.
Anche se lo studio è ancora in corso, il team ha studiato 700 delle 800 galassie previste.
“La massa di questo buco nero è molto più alta del previsto,” ha detto Gebhardt, “il che ci porta a pensare che le galassie molto massicce hanno un diverso processo fisico che porta alla nascita dei buchi neri galattici”. La galassia NGC 1277 era già stata fotografata in precedenza dal telescopio spaziale Hubble. E’ stato grazie alla combinazione tra i diversi dati che i ricercatori sono riusciti a stimare la massa del super buco nero al suo centro.