Secondo gli esperti, a causa dell’espansione della biologia sintetica e delle numerose sfide ecologiche ed etiche, sarà necessario che si avvii un dialogo fra gli esperti di biologia sintetica e le comunità di conservazione della biodiversità. E’ l’opinione di Kent Redford della Wildlife Conservation Society (WCS) e Archipelago Consulting, Bill Adams, dell’Università di Cambridge, e Georgina Mazza della University College London (UCL).
Creare DNA in laboratorio per le necessità umane è un campo in netta espansione e si investono miliardi di dollari ogni anno. Molti sostengono che la biologia sintetica può essere determinante nella risoluzione di problemi che riguardano la salute umana, la sicurezza alimentare e i problemi energetici, coinvolgendo quindi tematiche come il cambiamento climatico e la crisi idrica.
Naturalmente ci sono anche le voci critiche che avvertono che gli organismi geneticamente modificati potrebbero costituire un pericolo per le specie autoctone e gli ecosistemi naturali. E’ proprio per questo che gli esperti invitano ad aprire un ambito di discussione in cui affrontare le problematiche con il parere di scienziati e decisori politici per cercare soluzioni che vadano a beneficio del’intera società.
“Attualmente, la biologia sintetica e la comunità di conservazione sono in gran parte estranee tra loro, anche se entrambe condividono molte delle stesse preoccupazioni e obiettivi”, ha detto l’autore Kent Redford. “Una discussione aperta tra le due comunità è necessaria per aiutare a identificare le aree di collaborazione su un tema che probabilmente cambia il rapporto degli esseri umani con il mondo naturale.”
Gli autori, insieme ad altri scienziati e ambientalisti, discuteranno le possibili implicazioni che la biologia sintetica può avere sul mondo naturale e la conservazione dal 9 all’11 aprile in un convegno su Synthetic Biology and Conservation al Clare College di Cambridge, in Inghilterra.
John Robinson, della WCS, ha dichiarato, “La biologia sintetica è un settore estremamente importante e fiorente, ma le sue conseguenze per la biodiversità e la conservazione sono attualmente poco conosciute. Riunendo i migliori pensatori in queste due discipline, speriamo di ottenere una migliore comprensione delle opportunità e dei potenziali impatti della biologia sintetica sulla conservazione “.
“Le nostre strategie per la conservazione di ecosistemi, specie e della diversità genetica, formulate nel secolo scorso, sono state profondamente messe in discussione dalla biologia sintetica”, ha aggiunto il co-autore Bill Adams. “Le implicazioni di questo settore emergente devono essere incorporate nella teoria e nella pratica della conservazione, e negli sforzi per salvare la biodiversità, per essere efficaci.”
Gli autori spiegano la necessità di nuove strategie nella comunità della conservazione per far fronte alle sfide della biologia sintetica. E sottolineano cinque questioni emergenti che richiedono la discussione fra scienziati dei diversi ambiti e politici: 1) le possibilità di ricreare specie estinte; 2) In che modo gli organismi sintetici potranno interagire con le specie esistenti; 3) La nostra attuale definizione di cosa è “naturale”; 4) L’uso della biologia sintetica per la produzione di servizi naturali per l’uomo (ad esempio il sequestro del carbonio, il controllo dell’inquinamento); 5) L’uso della vita sintetica nel privato, come ad esempio le applicazioni per i processi industriali, l’agricoltura e l’acquacoltura.
Soprattutto gli scienziati si chiedono: quale sarà un equilibrio tra rischio e guadagno privato e beneficio e sicurezza pubblica?