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Può la biologia sintetica salvare la fauna selvatica?

Quali effetti avrà la biologia sintetica sulla conservazione? E' una domanda che si sono posti alcuni ricercatori che hanno pubblicato il loro studio sulla rivista PLoS Biology

Scritto da Redazione di Gaianews.it il 03.04.2013

Secondo gli esperti, a causa dell’espansione della biologia sintetica e delle numerose sfide ecologiche ed etiche, sarà necessario che si avvii un dialogo fra gli esperti di biologia sintetica e le comunità di conservazione della biodiversità. E’ l’opinione di  Kent Redford della Wildlife Conservation Society (WCS) e Archipelago Consulting, Bill Adams, dell’Università di Cambridge, e Georgina Mazza della University College London (UCL).

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Creare DNA in laboratorio per le necessità umane è un campo in netta espansione e si investono miliardi di dollari ogni anno. Molti sostengono che la biologia sintetica può essere determinante nella risoluzione di problemi che riguardano la salute umana, la sicurezza alimentare e i problemi energetici, coinvolgendo quindi tematiche come il cambiamento climatico e la crisi idrica.  

Naturalmente ci sono anche le voci critiche che avvertono che gli organismi geneticamente modificati potrebbero costituire un pericolo per le specie autoctone e gli ecosistemi naturali. E’ proprio per questo che gli esperti invitano ad aprire un ambito di discussione in cui affrontare le problematiche con il parere di scienziati e decisori politici per cercare soluzioni che vadano a beneficio del’intera società. 

“Attualmente, la biologia sintetica e la comunità di conservazione sono in gran parte estranee tra loro, anche se entrambe condividono molte delle stesse preoccupazioni e obiettivi”, ha detto l’autore Kent Redford. “Una discussione aperta tra le due comunità è necessaria per aiutare a identificare le aree di collaborazione su un tema che probabilmente cambia il rapporto degli esseri umani con il mondo naturale.”

Gli autori, insieme ad altri scienziati e ambientalisti, discuteranno le possibili implicazioni che la biologia sintetica può avere sul mondo naturale e la conservazione dal 9 all’11 aprile in un convegno su Synthetic Biology and Conservation al Clare College di Cambridge, in Inghilterra.

John Robinson, della WCS, ha dichiarato, “La biologia sintetica è un settore estremamente importante e fiorente, ma le sue conseguenze per la biodiversità e la conservazione sono attualmente poco conosciute. Riunendo i migliori pensatori in queste due discipline, speriamo di ottenere una migliore comprensione delle opportunità e dei potenziali impatti della biologia sintetica sulla conservazione “.

“Le nostre strategie per la conservazione di ecosistemi, specie e della diversità genetica, formulate nel secolo scorso, sono state profondamente messe in discussione dalla biologia sintetica”, ha aggiunto il co-autore Bill Adams. “Le implicazioni di questo settore emergente devono essere incorporate nella teoria e nella pratica della conservazione, e negli sforzi per salvare la biodiversità, per essere efficaci.”

Gli autori spiegano la necessità di nuove strategie nella comunità della conservazione per far fronte alle sfide della biologia sintetica. E sottolineano cinque questioni emergenti che richiedono la discussione fra scienziati dei diversi ambiti e politici: 1) le possibilità di ricreare specie estinte; 2) In che modo gli organismi sintetici potranno interagire con le specie esistenti; 3) La nostra attuale definizione di cosa è “naturale”; 4) L’uso della biologia sintetica per la produzione di servizi naturali per l’uomo (ad esempio il sequestro del carbonio, il controllo dell’inquinamento); 5) L’uso della vita sintetica nel privato, come ad esempio le applicazioni per i processi industriali, l’agricoltura e l’acquacoltura.

Soprattutto gli scienziati si chiedono: quale sarà un equilibrio tra rischio e guadagno privato e beneficio e sicurezza pubblica?

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