Gaianews

Stiamo andando verso una sesta estinzione di massa ?

Scritto da Leonardo Debbia il 10.02.2022

Nella storia della vita sulla Terra sono stati registrati cinque drammatici eventi di estinzione di massa della biodiversità provocati da fenomeni naturali estremi.

Molti studiosi sostengono che anche attualmente staremmo attraversando una fase critica paragonabile ai cinque eventi del passato, e che questa fase sarebbe stata avviata da tempo.

Un sesto evento di estinzione di massa. Questa volta, però, da addebitare alle attività umane.

Una valutazione completa delle prove che testimonierebbero come questa estinzione sia già in corso è stata pubblicata di recente sulla rivista Biological Reviews da studiosi dell’Università delle Hawaii, a Manoa, in collaborazione con il Museo Nazionale di Storia Naturale di Parigi.

Panda

Faune a rischio estinzione: il Panda: in Cina ne sopravvivono 1800 individui.

Il drastico aumento dei tassi di estinzione delle specie e il calo numerico di molte popolazioni, sia animali che vegetali, sono ben documentati e purtuttavia alcuni negano che questi fenomeni equivalgano ai prodromi di un’estinzione di massa” afferma Robert Cowle, autore leader dello studio che ne è scaturito.

Questo atteggiamento negazionista si basa, secondo noi, su una visione parziale della crisi che vede coinvolti mammiferi e uccelli, ed esclude gli invertebrati i quali, come ben si sa, costituiscono la grande maggioranza della ‘biodiversità”, spiega Cowle.

A destra: Orsi polari, stimata una popolazione superstite di circa 26mila individui

Orsi polari, stimata una popolazione superstite di circa 26mila individui

Estrapolando dalle stime ottenute che riguardano le lumache di terra e le lumache di mare, Cowle e i colleghi del suo team ritengono che dall’anno 1500 ad oggi la Terra potrebbe aver già perduto tra il 7,5 e il 13 per cento dei due milioni di specie conosciute.

Vale a dire l’incredibile numero di 150mila / 260mila specie.

L’inclusione degli invertebrati è stata la chiave per confermare che stiamo realmente assistendo all’inizio della sesta estinzione di massa nella storia della Terra”, sostiene Cowle.

Anche se la situazione non è la stessa ovunque, nel mondo.

Sebbene le specie marine debbano affrontare minacce significative, non ci sono prove che la crisi stia colpendo gli oceani nella stessa misura della terraferma, dove le specie insulari – come quelle delle Hawaii – sono molto più colpite rispetto alle specie continentali e il tasso di estinzione delle piante appare inferiore a quello degli animali terrestri.

Il nuovo studio sottolinea che, con il negazionismo scientifico dilagante che oggi ha preso piede in una serie di questioni, alcuni negano l’inizio di una sesta estinzione di massa, mentre altri accettano questo susseguirsi di criticità come una nuova e naturale traiettoria evolutiva, perché – dicono – gli esseri umani sono solo un’altra specie che svolge il proprio ruolo naturale nella storia della Terra.

Alcuni, tuttavia, ritengono che la biodiversità dovrebbe essere gestita esclusivamente a beneficio dell’umanità, anche se non si sa quale beneficio si possa trarne.

Gli esseri umani sono l’unica specie in grado di gestire la biosfera su larga scala”, sottolinea Cowle. “Non siamo solo un’altra specie in evoluzione di fronte alle influenze esterne.

Al contrario, siamo l’unica specie che può fare una scelta consapevole riguardo il proprio futuro e quello della biodiversità terrestre di cui fa parte”.

Per combattere la crisi, diverse iniziative di conservazione hanno avuto successo per alcuni animali carismatici, ma queste iniziative non possono considerarsi applicabili a tutte le specie e non possono invertire la tendenza generale all’estinzione delle specie stesse.

Nonostante la retorica sulla gravità della crisi, accettarla senza reagire o addirittura incoraggiarla costituirebbe una rinuncia alla responsabilità dell’umanità stessa e aprirebbe una strada per andare incontro realmente ad una sesta estinzione di massa”.

© RIPRODUZIONE RISERVATA