Rosetta ha toccato la cometa. Il suo speciale strumento GIADA ha rilevato i primi grani provenienti dalla cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko, raggiunta dalla sonda il 6 agosto scorso.
GIADA sta per Grain Impact Analyser and Dust Accumulator, è uno dei tre strumenti a bordo di Rosetta, e in questa prima settimana di agosto, con Rosetta che ha centrato il rendez-vous con la cometa, ha raccolto diversi grani della cometa. Si tratta della prima volta nella storia per una missione del genere.
GIADA dovrà analizzare questi grani nelle vicinanze della cometa e individuare le aree in cui si produce la polvere. Infatti i grani inizialmente fanno parte del nucleo, poi passano alla chioma e infine nella coda di polveri della cometa.
Finora GIADA ha rilevato 4 grani di polvere, il più vicino a 179 Km dalla cometa. Naturalmente GIADA ne raccoglierà altri: le dimensioni stimate di quelli raccolti finora vanno da qualche decina di micron (paragonabili alla larghezza di un capello) fino ad alcune centinaia di micron (circa 0,35 millimetri).
Con l’avanzare della missione, con Rosetta che si avvicina sempre di più alla cometa, GIADA riuscirà a fornire una panoramica più dettagliata della coda di polveri della cometa. Inoltre GIADA avrà un ruolo per creare i modelli che renderanno possibile l’atterraggio del lander Philae sulla cometa.
GIADA svolgerà un ruolo importante anche per la salute e la sicurezza di Rosetta e dei suoi strumenti, fornendo informazioni sui tassi di deposizione della polvere sui componenti ottici e le parti critiche della navicella, come i pannelli solari.
Il team, si legge nel comunicato, è felice di aver “toccato” la cometa. Ora la missione procederà verso il prossimo obiettivo, che è quello dell’atterraggio di Philae sulla cometa, previsto per il mese di novembre.
Rosetta è un progetto dell’ESA: si tratta della prima missione di questo genere. La sonda è stata lanciata dalla Terra nel marzo del 2004 ed è in viaggio da 10 anni per raggiungere la cometa 67P / Churyumov-Gerasimenko. La sua apparecchiatura è stata anche spenta durante il viaggio per ben 31 mesi e poi riaccesa pochi mesi fa.
Se Philae riuscirà nell’atterraggio è previsto che prelievi del materiale dalla cometa per analizzarlo. Sarebbe la prima volta che una cosa del genere accade. I dati forniranno ulteriori elementi per rispondere alla domande fondamentali sulla storia e il futuro del nostro pianeta e del nostro Sistema Solare.