Su Titano, una luna di Saturno, sono apparse delle “isole magiche”, che appaiono e scompaiono.
Grazie alle immagini della sonda Cassini gli scienziati hanno scoperto nel Ligeia Mare su Saturno, un misterioso oggetto geologico, che gli scienziati definiscono un “oggetto transitorio”. La scoperta, pubblicata su Nature Geoscience potrebbe essere la prima osservazione dei processi geologici dinamici nell’emisfero nord di Titano. “Questa scoperta ci dice che i liquidi nell’emisfero nord di Titano non sono semplicemente stagnanti e immutabili, ma piuttosto che si verificano cambiamenti”, ha detto Jason Hofgartner, della Cornell University, autore principale del documento. “Non sappiamo esattamente quale sia la causa che ha fatto apparire questa ‘isola magica’, ma ci piacerebbe studiare l’argomento ulteriormente.”
Titano, la più grande delle 62 lune di Saturno, è un mondo di laghi e mari. La luna – più piccola del nostro pianeta – ha un paesaggio molto simile a quello della Terra, con montagne, dune e laghi. Ma al posto dell’acqua su Titano scorrono metano ed etano liquido.
Attraverso un metodo utilizzato per scoprire asteroidi, comete e altri pianeti, gli scienziati hanno confrontato le immagini inviate da Cassini nel luglio del 2013 con altre scattate in precedenza, rilevando i cambiamenti. Finora nel Ligeia Mare non erano mai stati rilevati dei cambiamenti e ora gli scienziati si interrogano su quale possa essere la causa di questo apparire e scomparire degli oggetti geologici.
Le stagioni di Titano cambiano su una scala temporale più lunga di quella della Terra e nell’emisfero settentrionale si sta passando dalla primavera all’estate. Gli astronomi pensano che i cambiamenti possano derivare dall’alternarsi delle stagioni.
Hofgartner e gli altri autori hanno ipotizzato quattro cause. La prima prevederebbe che i venti dell’emisfero settentrionale potrebbero provocare delle onde nel Ligeia Mare e il sistema di imaging radar potrebbe vedere le onde come una sorta di isola “fantasma”.
La seconda ipotesi prevede che le isole sarebbero in realtà dei gas che emergono fuori dal mare e la terza invece che con l’arrivo delle temperature più calde sulla superficie potrebbero emergere dei solidi sommersi durante il congelamento invernale, oppure , l’ultima ipotesi, questi solidi restano sempre sospesi e agiscono come il limo in un delta di un fiume sulla Terra.
“Probabilmente, molti processi diversi – come il vento, la pioggia e le maree, “potrebbero influenzare i laghi di metano ed etano su Titano. Vogliamo osservare le somiglianze e le differenze rispetto ai processi geologici che avvengono qui sulla Terra”, ha detto Hofgartner. “In definitiva, la scoperta ci aiuterà a capire meglio i nostri ambienti liquidi qui sulla Terra.”