La missione spaziale della sonda Cassini-Huygens, lanciata il 15 ottobre 1997 costitutita da l’orbiter Cassini della NASA ed il lander Huygens dell’ESA, ci ha rivelato che la più grande luna di Saturno (chiamata Titano) ospita mari, laghi e fiumi di idrocarburi liquidi. Tuttavia, resta ancora un alone di mistero su Titano, in quanto gli scienziati non sono ancora riusciti a capire bene quale processo geologico sia all’origine di queste grandi depressioni colme di metano ed etano.
Un nuovo studio condotto dai ricercatori dell’ESA (European Space Agency) ci rivela che i bacini si formino in modo analogo ai cosiddetti sinkhole, le cavità naturali di tipo carsico che si generano sulla Terra e che sono causate dall’azione erosiva dell’acqua. Difatti, sulla Terra, i fenomeni di tipo carsico nascono dall’erosione di calcare o gesso a opera della pioggia, oppure di fiumi sotterranei, che filtrando nelle rocce comportano la formazione di voragini naturali, i cosidetti sinkhole. Ovviamente, il tasso di erosione dipende da vari fattori, quali la composizione chimica delle rocce, la temperatura e la frequenza delle precipitazioni. Gli scienziati dell’ESA hanno ipotizzato che il meccanismo che porta alla formazione dei laghi sia similare sia sul nostro pianeta che su Titano.
Il team di studiosi, in base a numerosi, guidato da Thomas Cornet, ha cercato di determinare quanto tempo occorra affinché su Titano si formi una depressione.
Gli scienziati hanno così stabilito che ci vorrebbero circa 50 milioni di anni per creare un sinkhole profondo 100 metri nella zona del polo nord di Titano, dove è presente il maggior numero dei mari di idrocarburi. Thomas Cornet ha spiegato che: “Abbiamo confrontato il tasso di erosione del materiale organico a opera degli idrocarburi liquidi su Titano con quello, legato invece all’acqua, dei carbonati e delle evaporiti, cioè dei sedimenti minerali formatisi dalla deposizione di sali minerali, di norma presenti nell’acqua, a causa dell’evaporazione di piccole masse d’acqua sulla superficie della Terra”.
Corent ha poi aggiunto: “Abbiamo così riscontrato che su Titano il processo di dissoluzione avviene circa 30 volte più lentamente rispetto alla Terra, poiché sul satellite la durata dell’anno è maggiore e le piogge si verificano solo d’estate. Tuttavia, crediamo che il fenomeno sia una delle principali cause di evoluzione del paesaggio di Titano e potrebbe chiarire l’origine dei suoi laghi.”
Certamente, prima della fine della missione di Cassini-Huygens prevista per l’anno 2017, arriveranno delle altre importanti rivelazioni.