Dalle immagini trasmesse dalla sonda Cassini, la superficie del Mare Ligeia, il secondo mare, per estensione, di Titano, la luna di Saturno, è apparsa liscia come uno specchio; forse a causa dell’assenza di venti, ipotizzano i geofisici.
Data la particolare somiglianza – che è unica nel nostro sistema solare – del suo modello meteorologico con quello della Terra, Titano potrebbe servire da paragone per studiare la storia remota del nostro pianeta.
La composizione del suolo e le condizioni meteorologiche su Titano le dobbiamo ai dati forniti – come già detto – dalla sonda Cassini durante il 2013.
“Se si potesse avere una visione diretta di questo mare, ci apparirebbe una superficie interamente vetrosa”, afferma Howad Zebker, docente di geofisica e ingegneria elettrica alla Stanford University, California, autore di uno studio dettagliato in proposito.
I risultati, pubblicati recentemente sulla rivista Geophysical Research Letters, indicano anche che è probabile che il terreno solido che circonda la vasta distesa sia costituito di materiali organici piuttosto che di acqua congelata.
Titano ha un’atmosfera densa, simile a quella di Saturno, e grandi mari di metano ed etano. Con un’area di 420 per 350 chilometri, il Mare Ligeia è più vasto del Lago Superiore, negli Stati Uniti.
“Nel nostro sistema solare, Titano è il corpo celeste che presenta più analogie con la Terra”, afferma Zebker, “perché è l’unico di cui sappiamo che ha un ciclo complesso di elementi liquidi e gas costituenti i solidi”.
La densa nuvolosità di Titano rende difficile per la sonda Cassini ottenere immagini chiare della superficie, così gli scienziati, anziché usare direttamente la strumentazione fotografica, debbono fare esclusivo affidamento sul radar, che è in grado di vedere attraverso le nuvole.
Per rilevare la morfologia del Mare Ligeia, Cassini ha fatto rimbalzare le onde radar sulla sua superficie e poi ne ha analizzato l’eco di ritorno.
L’intensità del segnale riflesso indica quanto sia in grado di mostrare quel che avviene sulla superficie del mare.
Per capire il procedimento, dice Zebker, immaginate il modo in cui la luce del sole si riflette su un lago della Terra.
“Se il lago terrestre ha una superficie realmente liscia, agisce come uno specchio perfetto e si otterrà un’immagine del sole estremamente luminosa. Ma se riflette la superficie frastaglia del mare, la luce viene dispersa in più direzioni e la riflessione è assai più sbiadita.
Abbiamo fatto la stessa cosa con il radar su Titano ed è così che abbiamo potuto constatare quanto fosse liscia la sua superficie” ha spiegato lo scienziato.