Salvatore Iaconesi ha appena scoperto di avere un tumore alla testa. Ha lanciato un appello video su internet per chiedere un aiuto a tutti per cercare una soluzione al suo male. Ma poiché Salvatore è un artista, ha affrontato in modo molto originale lo stesso concetto di cura, ed ora vuole un contributo anche da artisti, designer, hacker, scienziati, dottori, fotografi, videomaker, musicisti, scrittori per affrontare la sua malattia in modalità aperta.
Dopo aver scoperto di avere un tumore, ha cercato di condividere immediatamente le informazioni che aveva ricevuto dall’ospedale. Ma i risultati degli esami erano in un formato chiuso, proprietario. Salvatore li ha quindi “craccati” e resi disponibili per il download a tutti, chiedendo di condividerli con chi crediamo lo possa aiutare. Cerca una “cura open source”.
Salvatore ha già condiviso le cartelle cliniche con 3 dottori, di cui 2 hanno già risposto.
Lo scopo della condivisione in formato aperto delle informazioni è quello di aiutare chi in futuro dovesse avere lo stesso suo problema ad accedere velocemente all’eventuale soluzione che Salvatore potrà trovare con l’aiuto della rete.
L’invito si conclude chiedendo una cura in senso allargato: “Prendete le informazioni sul mio male, se ne avete voglia, e datemi una cura: fateci un video, un’opera d’arte, una mappa, un testo, una poesia, un gioco, oppure provate a capire come risolvere il mio problema di salute”.
tutto questo entusiasmo sinceramente mi sembra del tutto inadatto, il tumore non guarisce a colpi di hacking… tra l’avere hackato le cartella clinica e la cura c’è di mezzo un’enormità che non finisce più… ma che notizia costruita fuori luogo… non si vive di solo hacking, spiegateglielo…