“Ingravescente aetate”. Prima di tutto l’elogio del latino e di chi ancora lo conosce. La traduzione potrebbe essere “per l’età che avanza e che grava, che pesa”… Quante parole! Il latino lo dice in due, una costruzione che si chiama ablativo assoluto, questo essere assoluto, cioè sciolto dal resto della frase fa sì che in due parole si possa dire tutto, in italiano questa possibilità non è data. Il latino dice con eleganza e un che di onomatopeico: questo peso di una vecchiezza che non si ferma, che va avanti di giorno in giorno, di minuto in minuto e che viene da lontano. È il peso dell’età che continua a pesare e lo farà fino alla fine dei giorni.
E gravis è qui vecchio, ma soprattutto pesante, e anche profondo.
Insomma il latino è bello, il latino aiuta nella sintesi, nella precisione di tempo, del rapporto causa-effetto, aiuta nel capire l’italiano, ma anche la matematica, la logica. Il latino e, secondo me, ancor di più il greco sono lingue morte per chi le teme. Per chi teme il loro esplosivo potenziale: il tritolo del pensiero, la bomba H della critica consapevole, il fungo atomico della conoscenza profonda, del ragionamento. Del pensiero libero (non libero pensiero) come direbbe Gramsci.
Facciamo la rivoluzione pacifica: studiamo latino e greco!
E dunque proprio in latino il Papa ha detto che basta: l’età avanza e pesa. Ha fatto un atto rivoluzionario qualsiasi sia il motivo: l’età, gli scandali, il fallimento della sua linea. Ha lasciato una funzione che sembrava appiccicata addosso alla persona. Il Papa è un servizio, non una qualità che un individuo acquisisce per sempre. Essere Papa è un compito gravoso (ecco ancora gravis, questa parola chiave).
Questo Papa, che pure non mi ha mai convinto del tutto, in virtù dello Spirito Santo e della fede, questo mi auguro da credente quale sono, ha compiuto un atto storico. Solo nella Chiesa, nel mondo dello spirito accadono queste cose, questo guizzo che chissà da dove viene, da Dio?, e fa compiere a un papa reazionario un atto rivoluzionario. C’è da sperare che il vento dello spirito, la femminile ruah, soffi anche dopo nel conclave, nella scelta del nuovo Papa.
Tale soffio femminile, proprio in quanto femminile, si rifiuta di soffiare su certi politici nostrani. Così piccini, mi rendo conto, in confronto al latino, in confronto al Papa, ma questi abbiamo. In particolare il più ingravescente per età di tutti è quello che la ruah, spirito femminile, probabilmente guarda con disprezzo supremo. Berlusconi, poveretto, fa anche pena. E tutti i servi che ridono di battute grossolane su una donna, imbarazzata sul palco, a sentirsi infastidire da un laido vecchietto, da una maschera di cerone che non vuole invecchiare.
Che pena, ma non la sentite anche voi una pietà grande per questo poveretto? Io mi vergogno per lui, mi vergogno per tutti quelli che hanno riso, a questi super ricchi regalo la mia vergogna, usatene pure. Invito il vecchietto rifatto a ripassare il latino che pure ha studiato e a ritirarsi da qualche parte, anche lui per manifesta “ingravescente aetate”.
P.S.
e ora un messaggio di bellezza: oggi è la giornata mondiale del gatto, un essere perfetto!