Di tutta la vicenda dell’ex ministro Guidi e del suo compagno, ex compagno, resta un figlio. Che non può essere un ex figlio. Forse lo vorrà in futuro, se crescerà guidato da principi diversi dall’accumulo di denaro.
Mi fa abbastanza pena questo piccolino, mi fa abbastanza pena la madre, mi fa pena persino il padre del bambino con tutta la sua rete di maneggionipoliticiaffaristitrivellatoridelmare.
Trivellatori del mare.
Non è che io voglio emozionare chi legge per indurlo, prendendolo per la pancia, a votare al referendum del 17 aprile e a votare SI cioè contro le trivelle.
Non sono io che lo voglio, l’ha voluto chi ha creato lo scandalo in Basilicata. Tempa rossa.
Io metto insieme delle cose: trivelle, scandalo economico e politico. Trivelle, cose sporche, aldilà del discorso ecologico e della tutela del mare.
L’amato mare da cui tutta la vita origina. Ricordatelo. Ecco, fermate il pensiero un minuto. Un minuto per il mare, non per il suo funerale, ma per la sua vita che è la nostra. Che è la nostra.
Trivelle cose sporche, trivelle cose che mi evocano decreti inseriti sottomano, telefonate ambigue, io conosco quello, io convinco quell’altro, vedrai come te lo ricatto.
A questa gente si da il permesso di trivellare il nostro mare?
Il nostro mare è già arroganza.
Il mare che ci ha dato la vita, dovremmo sempre pensarlo così.
Il mare che ci ha dato e ci da la vita.
Ora vi dirò per rinfrescarvi la memoria perché io voterò e voterò SI’ cioè contro le trivelle.
C’era una volta un re. Seduto su un sofà…. forse. Più facilmente seduto su un trono d’oro.
Questo re infatti amava l’oro, la ricchezza, tanto da averne il volto deformato, l’espressione pazza del desiderio che mai, mai si appaga.
Questo re si chiamava… lo so che l’avete già capito.
Si chiamava Mida.
Mida amava a tal punto l’oro che ottenne dalla dività il privilegio di trasformare in oro tutto quello che toccava.
Ogni cosa che venisse a contatto con lui si trasformava in oro.
Gli ci volle poco per capire che era perduto: si rompeva i denti sui cibi d’oro, dormire su un divano d’oro era ben scomodo e bere acqua d’oro non si può.
Sostituiamo all’oro il gas, il petrolio.
Non si sopravvive senza il mare, senza la terra, la natura con cui collaborare e crescere insieme.
Trivellare è un atto violento e io voterò sempre contro atti violenti.
“Starai al freddo?”
Mi dite così, sorridendo per prendermi in giro: “ecco la solita idealista che però lo usa anche lei il gas per riscaldarsi”.
“Basta stare un po’ meno al caldo per esempio. Basta consumare meno.”
Meglio farlo spontanemanete per una scelta di vita, che farlo perché non c’è più niente da consumare.
Infine, infine io voglio lanciare un messaggio al Governo, per quel che posso:
io voto perché è un diritto, si chiama democrazia;
io voto contro le trivelle perché chiedo più impegno sulle energie alternative;
io voto perché mi spiace che il figlio della ex ministra per essere un brav’uomo debba crescere vergogandosi del padre.
Del referendum si parla poco, ma qualcosa c’è, per esempio qualcosa qui
Sul rapporto padri-figli interessante è il film “I mostri” di Mario Monicelli