Gli scienziati della Università della California hanno scoperto che una infezione sessuale non virale potrebbe essere connessa con il cancro alla prostata. La ricerca è stata pubblicata su PNAS e suggerirebbe che gli uomini che hanno contratto l’infezione hanno più possibilità di sviluppare il cancro.
Gli scienziati hanno testato cellule prostatiche umane in laboratorio e hanno scoperto che una infezione non virale chiamato tricomoniasi favorirebbe la crescita del cancro. La ricerca conferma solo una relazione, ma sono necessarie ulteriori ricerche, secondo gli scienziati.
Trichomonas vaginalis è un protozoo che crea un’infezione molto diffuso ma il più delle volte asintomatica. In altri casi l’infezione può condurre invece ad un infiammazione cronica che potrebbe favorire la comparsa del tumore.
Altri studi avevano già indicato questo parassita poteva essere responsabile per il 25-40 per cento dei casi di cancro alla prostata, in particolare quelli più aggressivi.
Questa ultima ricerca non è la prima a suggerire un legame tra tricomoniasi e il cancro alla prostata. Uno studio del 2009 aveva già scoperta che un un quarto degli uomini con carcinoma della prostata aveva i sintomi dell’infezione da tricomoniasi e in questi uomini erano più alta la probabilità di trovare tumori avanzati.
Lo studio di PNAS suggerisce come l’infezione a trasmissione sessuale potrebbe rendere gli uomini più vulnerabili al cancro alla prostata, anche se non è la prova definitiva di un nesso causa effetto.
Professor Patricia Johnson e colleghi hanno scoperto il parassita che causa la tricomoniasi, il Trichomonas vaginalis, secerne una proteina che causa l’infiammazione e l’aumento della crescita e l’invasione delle cellule prostatiche benigne e cancerose.