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Il tumore della prostata si combatte con olio di oliva, verdure e ortaggi

La dieta ricca di grassi saturi, fritti e carne rossa aumenta la probabilità di sviluppare il cancro alla prostata

Scritto da Redazione di Gaianews.it il 24.11.2013

Il tumore della prostata sembra essere fortemente legato al tipo di alimentazione, e aumenta col consumo di grassi saturi presenti ad esempio negli insaccati e nella carne rossa. A tale conclusione sono giunti i ricercatori che hanno analizzato i dati della malattia in Italia, con differenze tra il Nord e il Sud. I dati sono stati presentati durante il Convegno Nazionale “Personalizzazione e strategia di trattamento nel carcinoma della prostata” a Napoli.

Banchetto di verdure

La dieta ricca di grassi saturi, fritti e carne rossa aumenta la probabilità di sviluppare il cancro alla prostata se si osservano i numeri: le Regioni del Nord sono maggiormente colpite mentre il Meridione è la zona in cui si registra la minore incidenza, a causa della dieta che presenta maggiore consumo di olio di oliva, verdure e ortaggi e meno di carne rossa.

Basilicata e Campania le regioni con minore incidenza, mentre la maglia nera spetta a Piemonte e Umbria.

Il tumore alla prostata è la neoplasia più diffusa tra gli uomini e registra 36mila nuove diagnosi nel 2013. Per combatterla si devono  privilegiare ortaggi gialli e verdi, olio d’oliva e frutta.

Allo stesso tempo, secondo i dati presentati dal prof. Carmine Pinto, Presidente eletto dell’Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM) e Direttore dell’Unità Operativa di Oncologia Medica del Policlinico S.Orsola-Malpighi di Bologna, rispetto al passato questo tipo di tumore fa sempre meno paura: nell’ultimo decennio la mortalità è infatti diminuita del 10% grazie anche alle innovative terapie ora disponibili, che consentono un aumento della sopravvivenza.

“Nuovi farmaci ormonali (abiraterone, enzalutamide) e chemioterapici come il cabazitaxel sono messi a disposizione dalla ricerca scientifica”, spiega inoltre il prof. Pinto.

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  • enzo scrive:

    la verdura è buona e fa bene, a patto che non arrivi da campi inquinati o da coltivazioni in cui vengono utilizzati prodotti chimici, che rendono bella la verdura ma piena di pesticidi.
    Chi mi certifica la bontà dei prodotti?