Il consumo di olio di pesce e di integratori a base di olio di pesce sono legati ad un rischio più alto del 71% di contrarre il cancro alla prostata aggressivo. La notizia, in controcorrente rispetto ai benefici spesso attribuiti alla sostanza, arriva da un grande studio prospettico degli scienziati del Fred Hutchinson Cancer Research Center.
In particolare lo studio rivela che alte concentrazioni nel sangue di acidi grassi omega-3 sono associati ad un aumentato rischio di cancro alla prostata.
L’articolo è stato pubblicato l’11 luglio nell’edizione online del Journal of National Cancer Institute.
Alte concentrazioni di EPA e DHA, DPA – i tre acidi grassi con proprietà anti-infiammatorie derivati da grasso di pesce e integratori di olio di pesce – sono associati ad un aumentato rischio di cancro alla prostata di forma aggressiva del 71%. Lo studio ha anche riscontrato un aumento del 44 per cento del rischio di cancro alla prostata poco aggressivo e di un complessivo aumento del 43 per cento del rischio per tutti i tumori della prostata.
L’aumento del rischio di cancro alla prostata aggressivo è importante perché questo tipo di tumore ha più probabilità di essere fatale.
I risultati confermano uno studio del 2011 pubblicato dalla stessa squadra scientifica che ha segnalato un legame simile tra alte concentrazioni nel sangue di DHA e il raddoppio del rischio di sviluppare il cancro alla prostata aggressivo. L’ultimo studio conferma anche i risultati di un ampio studio europeo.
“La consistenza di questi risultati suggeriscono che questi acidi grassi sono coinvolti nella genesi dei tumori e le raccomandazioni che prevedono la somministrazione di acidi grassi omega-3 a catena lunga dovrebbero prendere in considerazione i potenziali rischi,” scrivono gli autori.
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