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Il periodo del Tardo Cretaceo era libero dai ghiacci

Scritto da Leonardo Debbia il 28.09.2013

Per anni gli scienziati hanno ritenuto che durante il periodo del Tardo Cretaceo, all’incirca verso i 90mila anni fa, sulla Terra esistessero calotte di ghiaccio continentale, mentre di fatto il clima risulta sia stato molto più caldo dell’attuale.

Ora, un ricercatore dell’Università del Missouri (MU), ha trovato delle prove che porterebbero alla conclusione che all’epoca non ci sarebbero state formazioni ghiacciate.

Questa scoperta potrebbe aiutare gli studiosi dell’ambiente e gli scienziati nel prevedere come potrebbe evolvere il clima terrestre considerando l’aumento in atto dei livelli di anidride carbonica atmosferica.

I gusci di foraminiferi in Tanzania esaminati da MacLeod e fotografati al microscopio a scansione hanno il guscio del diametro di 0,5 millimetri. A sinistra, un esemplare planctonico, a destra un bentonico. (fonte: Università del Missouri)

I gusci di foraminiferi in Tanzania esaminati da MacLeod e fotografati al microscopio a scansione hanno il guscio del diametro di 0,5 millimetri. A sinistra, un esemplare planctonico, a destra un bentonico. (fonte: Università del Missouri)   

“Attualmente i livelli di anidride carbonica sono appena al di sopra di 400 ppm (parti per milione); aumentati di 120 ppm negli ultimi 150 anni, ora stanno crescendo al ritmo di 2 ppm all’anno”, ha detto Ken MacLeod, geologo della MU. “Tuttavia, con il nostro studio abbiamo scoperto che durante il periodo Tardo Cretaceo, quando i livelli di anidride carbonica erano di 1000 ppm, non esistevano calotte di ghiaccio sulla Terra. Quindi, anche se i livelli di anidride carbonica continuassero ad aumentare, i ghiacci non dovrebbero costituire un problema”. 

Nel suo studio, MacLeod ha analizzato i gusci fossili di foraminiferi, sia bentonici che planctonici, di 90 milioni di anni fa. 

I foraminiferi sono organismi unicellulari di dimensioni microscopiche, da 100 micrometri a poco più di 1 millimetro. I bentonici vivono a stretto contatto con i fondali marini o lacustri, i planctonici galleggiano nelle masse d’acqua (sia salata che dolce); per muoversi sfruttano le correnti o il moto ondoso. 

Dai rapporti tra gli isotopi di ossigeno e carbonio nei gusci di questi microfossili gli scienziati assumono informazioni sulle temperature del passato. 

I microforaminiferi esaminati non hanno però dato alcuna prova di un raffreddamento delle acque in cui sono vissuti e che, qualora fossero stati presenti dei ghiacci, sarebbero state indubbiamente più fredde.

“Sappiamo che l’anidride carbonica atmosferica è in aumento ed i livelli attuali sono i più alti registrati in milioni di anni”, ha detto MacLeod. Abbiamo prove di come siano cambiate le condizioni, di come i livelli siano passati da 280 a 400 ppm, ma credo che sarebbe importante sapere cosa potrebbe accadere se questi valori giungessero a 600 o a 1000 ppm. Peraltro, si è calcolato che, al ritmo di aumento attuale, i livelli di CO2 raggiungerebbero le 600 ppm entro la fine di questo secolo. 

Con queste percentuali di anidride carbonica le calotte della Groenlandia e dell’Antartide saranno ancora stabili? E se così non fosse, la loro fusione come influenzerà il pianeta?”.

Finora molti scienziati hanno ritenuto che sarebbe sufficiente che la CO2 atmosferica raddoppiasse i suoi livelli per avere un incremento di 3°C della temperatura media terrestre.  

Tuttavia, MacLeod sostiene che in Tanzania, 90mila anni fa, le temperature sarebbero state maggiori, addirittura 6 gradi in più delle attuali.

“Mentre lo studio del passato ci può aiutare a prevedere il futuro, esistono aperte altre sfide,  causate dal riscaldamento climatico attuale”, ha detto MacLeod. “Il clima del Tardo Cretaceo era molto caldo, ma la Terra si adattò ai cambiamenti nel corso di milioni di anni. Ora, stiamo assistendo ad analoghe modifiche dell’ambiente; con la differenza che queste stanno accadendo nel corso di centinaia di anni, con una velocità 10mila volte più grande. Quale possa essere l’effetto di tutto questo, è un problema serio; e la risposta, difficile da poter essere formulata”.  

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