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La Terra ibernata ogni 100mila anni

Scritto da Leonardo Debbia il 07.11.2016

Perchè la Terra si trova ad affrontare una glaciazione ogni 100mila anni? Penso già ai sorrisetti di qualcuno.

D’accordo, è un problema che non turba di certo i nostri sonni e che, anche senza una risposta, si possa continuare a vivere tranquillamente. E’ una minaccia relativa e non riguarda certo l’immediato futuro.

Però, c’è comunque sempre la curiosità di conoscere, di sapere. Se la domanda non è poi sufficientemente interessante per la maggior parte della gente, è tuttavia fondamentale per gli addetti ai lavori (geologi, paleontologi, astronomi, geofisici e via dicendo), nonché per tutti gli appassionati dei fenomeni che avvengono sul nostro pianeta.

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A tutti gli ‘aficionados’, studiosi professionisti e non, gli esperti della Cardiff University hanno ora finalmente fornito una spiegazione.

Intanto, cominciamo col dire che una glaciazione è un evento globale, che fa sì che, in qualche milione di anni, si accumulino grandi calotte ghiacciate sui continenti dell’emisfero settentrionale, Nord America, Europa e Asia.

Finora, gli scienziati non sapevano spiegare esattamente il perché.

Una nuova ricerca, pubblicata sulla rivista Geology, ipotizza ora che gli oceani possano essere responsabili di questo cambiamento climatico, in particolare nel modo in cui immettono CO2 nell’atmosfera.

Studiando la composizione chimica di piccoli fossili sui fondali oceanici, il team ha scoperto un eccesso di anidride carbonica immagazzinato nelle profondità oceaniche durante i periodi glaciali, a intervalli regolari di 100mila anni.

Questo suggerisce che la quantità di CO2 in eccesso abbia potuto venir prelevata dall’atmosfera e assorbita dagli oceani, un fenomeno che provocherebbe un abbassamento della temperatura terrestre e consentirebbe a intere calotte di ghiaccio di ricoprire l’emisfero settentrionale.

L’autore principale della ricerca, il prof. Carrie Lear, docente della Facoltà di Scienze della Terra e dell’Oceano, dichiara: “Pensiamo che gli oceani abbiano assorbito ed emesso CO2, cosicchè quando le calotte di ghiaccio sono divenute più estese, gli oceani hanno inalato anidride carbonica dall’atmosfera, rendendo il pianeta più freddo.

Quando le calotte di ghiaccio erano di piccole dimensioni, gli oceani emettevano anidride carbonica, e il risultato era che la sua quantità nell’atmosfera aumentasse e il pianeta diventasse più caldo.

“Una conferma di queste oscillazioni delle quantità di anidride carbonica legate alla presenza di grandi formazioni di ghiaccio è stata scoperta nelle piccole creature dei fondali oceanici”.

Le alghe marine svolgono un ruolo chiave nella rimozione della CO2 dall’atmosfera, in quanto componente essenziale per la fotosintesi.

La CO2 viene immessa di nuovo nell’atmosfera quando l’acqua dell’oceano profondo affiora in superficie attraverso il fenomeno conosciuto come ‘risalita delle acque profonde’. Quando tuttavia è presente una grande quantità di ghiaccio marino questo, costituendo una barriera, impedisce il rilascio di CO2 nell’atmosfera.

Il clima della Terra è attualmente in un periodo caldo (interglaciale) tra due periodi glaciali.

L’ultima glaciazione si è conclusa 11mila anni fa e da allora le temperature e il livello dei mari sono aumentati, mentre le calotte di ghiaccio si sono nuovamente ritirate verso i poli.

Fin qui, tutto si è svolto secondo l’evoluzione del nostro pianeta, in cicli naturali.

Ora si è però inserito un fattore nuovo: la mano dell’uomo.

E così, oltre ai cicli naturali, le emissioni di carbonio connesse alle attività antropiche stanno avendo un particolare effetto di riscaldamento del clima, mai avvenuto prima.

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