E’ una vera e propria emergenza quella dell’eccessivo uso di antibiotici negli allevamenti. Ora alcuni esperti danesi hanno pubblicato un editoriale nella rivista Student BMJ in cui avvertono che l’uso eccessivo e indiscriminato di antibiotici nel bestiame promuove la resistenza ai farmaci di pericolosi batteri. E i rischi per la salute futura degli animali e degli esseri umani sono altissimi.
Jørgen Schlundt e i suoi colleghi del National Food Institute, in Danimarca, sostengono che l’uso di routine degli antibiotici può essere sostanzialmente ridotto, pur mantenendo la produzione negli allevamenti redditizia, e chiedono che l’uso sia controllato in tutti i Paesi.
Gli antibiotici sono essenziali per il trattamento di infezioni batteriche nell’uomo e negli animali. Somme cospicue sono utilizzate nella produzione animale moderna, ma il loro uso può portare a batteri che sono resistenti ai trattamenti.
Questi batteri resistenti possono diffondersi dagli animali all’uomo, soprattutto attraverso la catena alimentare, come testimoniano numerosi casi avvenuti in passato e sopratutto l’emergenza dell’E. Coli nelle verdure, che probabilmente proviene dal fertilizzante di origine animale.
Inoltre, tre delle infezioni emerse di recente negli esseri umani provenivano tutte da animali: l’influenza aviaria H5N1, la sindrome respiratoria acuta grave (SARS), e la Salmonella.
Diverse organizzazioni globali hanno proposto una serie di diverse azioni per contenere la resistenza agli antibiotici negli animali, compresa la limitazione dell’impiego negli animali degli antibiotici di fondamentale importanza per gli esseri umani. L’Unione Europea ha anche iniziato la sorveglianza negli alimenti per identificare possibili resistenze e sta attuando un monitoraggio obbligatorio dell’utilizzo di antibiotici in tutti gli Stati membri.
Tale controllo avviene già in Danimarca, insieme a norme progressivamente sempre più rigorose che sono entrate in vigore per l’uso di antibiotici nell’allevamento del bestiame dal 1995.
Eppure, l’inasprimento delle norme non porta ad una minore produttività. In Danimarca, l’uso di agenti antibiotici per chilogrammo di carne di maiale prodotta è stimata in meno di un quinto di quella degli Stati Uniti, ma la Danimarca continua ad essere il più grande esportatore mondiale di carne di maiale e la produttività è maggiore che mai.
I dati provenienti dalla Norvegia mostrano anche che il miglioramento della produzione di pesce d’allevamento e l’introduzione di vaccini efficaci sono in grado di ridurre l’uso di antibiotici di più di 20 volte.
“Abbiamo davanti a noi importanti compiti per il contenimento globale della farmaco-resistenza, in relazione sia alla medicina veterinaria che umana”, scrivono gli autori. “Gli antibiotici sono troppo preziosi per essere sprecati, ed entrambi i settori hanno ampi margini di miglioramento”.
E concludono: “La sostanziale riduzione dell’uso degli antibiotici nel bestiame è possibile e necessaria, se vogliamo preservare il potere degli antibiotici nelle future generazioni degli animali d’allevamenti e nell’uomo”.
siamo manovrati dal governo ombra dal potere delle case farmaceutiche da uomini senza scrupoli che per il potere ed il denaro ci stanno uccidendo e lentamente stanno distruggendo tutto l’ecosistema! Che stiamo aspettando per reagire? Non invochiamo nemmeno più Dio siamo divenuti terraglia arida che si lascia pilotare dai potenti senza nemmeno pensare che futuro hanno i nostri figli? viviamo come gli struzzi mettendo la testa sottoterra, ma uno di questi giorni non lo potremo più fare perchè della terra non vi sarà più.