Gli operatori di Medici senza Frontiere che continuano a prestare soccorso alle centinaia di persone ferite dall’esercito di Israele, impegnato nell’offensiva di terra dell’operazione “Margine Protettivo”, hanno chiesto ad Israele di fermare l’offensiva: ora anche i medici sono obiettivi dell’esercito israeliano.
Sono 4 i paramedici rimasti uccisi per recuperare i feriti e un veicolo MSF chiaramente riconoscibile è sfuggito a un attacco aereo a 300 metri di distanza. Poco prima, riporta MSF, le autorità israeliane avevano garantito spostamenti sicuri per MSF dal passaggio di frontiera di Erez a Gaza City, in modo da poter accompagnare in città un’équipe chirurgica appena arrivata.
Medici senza Frontiere lavora al pronto soccorso di Al Shifa a Gaza City dove sono giunti centinaia di feriti, soprattutto donne e bambini. MSF chiede “di fermare i bombardamenti contro i civili, bloccati in una striscia di Gaza praticamente sigillata, e di rispettare la sicurezza degli operatori e delle strutture mediche.”
Medici senza Frontiere a Gaza Crediti: Samantha Maurin/MSF
“Bombardamenti e attacchi aerei non sono solo intensi ma anche imprevedibili e questo rende molto difficile per MSF, e per gli altri operatori medici, muoversi e fornire cure di emergenza estremamente necessarie” ha detto Nicolas Palarus, coordinatore del progetto MSF a Gaza.
Dopo i bombardamenti notturni ad Ash Shuja’iyeh le persone hanno cominciato a raggiungere gli ospedali e i pronto soccorso. Fra di essi due fratelli di otto e quattro anni, ora in terapia intensiva a causa delle ustioni provocate da un missile che ha colpito la loro casa.
“Nella sala di rianimazione del pronto soccorso, metà dei casi gravi sono morti entro dieci minuti e metà hanno subito interventi chirurgici d’urgenza” ha detto Audrey Landmann, coordinatore medico MSF a Gaza.
“Gli operatori e le strutture mediche devono essere rispettate e non si deve sparare contro o nei pressi di ambulanze e ospedali” dichiara Palarus di MSF.
“Mentre secondo le dichiarazioni ufficiali l’offensiva di terra punta a distruggere i tunnel che portano a Israele, quello che vediamo sul campo è che i bombardamenti sono indiscriminati e chi muore sono i civili” continua Palarus.
Secondo MSF anche i rifugi delle Nazioni Unite sono sovraffollati e le condizioni igieniche sono estremamente preoccupanti
A causa dei bombardamenti la clinica post-operatoria di MSF a Gaza City lavora solo al 10-30% della propria capacità e le attività regolari di MSF al Nasser Hospital a Khan Younis sono state interrotte dal conflitto.