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Nucleare nello spazio: da Curiosity ai razzi spaziali russi

Scritto da Redazione di Gaianews.it il 01.08.2012
Il rover Curiosity, ricostruzione artistica su Marte. Crediti immagine: NASA/JPL-Caltech

Il rover Curiosity, ricostruzione artistica su Marte. Crediti immagine: NASA/JPL-Caltech

C’è chi polemizza perchè le missioni della NASA sono troppo costose e i soldi utilizzati potrebbero essere investiti in più utili missioni terrestri.
C’è chi spera che dopo l’incidente di Fukushima, l’uomo torni a quote più sensate e smetta di correre rischi mortali con danni a lunghissimo termine.

Le politiche della NASA di questi discorsi non tengono assai conto: è di qualche giorno fa infatti la notizia che la Nasa si appresta ad utilizzare l’energia nucleare nello spazio.

Sembra che i test sul nucleare spaziale siano andati a buon fine e ci si aspetta di poter utilizzare le nuove tecnologie per andare sulla Luna nel 2020.
Il sistema si basa su un reattore a fissione che si riscalda e fa circolare una miscela liquida refrigerante a base di sodio e potassio. Il differenziale termico tra questa e la temperatura esterna dovrebbe alimentare due motori Stirling generando energia pari a 40 kWe.

Sono stati effettuati test nel vacuum e ad elevate radiazioni al Glenn Research Center e al Sandia National Laboratory “E’ molto efficiente e robusto”, ha detto Lee Mason del Glenn, “crediamo che possa durare per otto anni”.

Finora sono state diverse le forme di energie utilizzate per le missioni:energia chimica e energia da panneli solari per diversi usi e necessità, anche solo per difendersi dall’impatto con il freddo dello spazio.

Il livello di potenza massima finora generato è di 100 kWe dalla Stazione Spaziale Internazionale, mentre un satellite o una sonda possono utilizzare 25 kWe da celle solari.

Ma l’energia nucleare ha il pregio di fornire enegia costantemente, di non appesantire il viaggio con le batterie e di non dipendere dal Sole:
“Una base lunare ha bisogno di molta potenza per cose come i computer, per un supporto per la vita, e per risorse come l’ossigeno e l’idrogeno”, ha detto Ross Radel del Sandia. La Luna è al buio per un massimo di 14 giorni di seguito, e Marte è così lontano dal Sole che l’energia solare non sarebbe sufficiente per sostenere la vita. Per queste ragioni, il nucleare è un trampolino di lancio per spostarsi più verso l’esplorazione spaziale con equipaggio umano”, ha detto Radel.

Il nuovo sbarco nucleare sulla Luna dovrebbe succedere entro il 2020, ma già con lo sbarco di Curiosity su Marte sembra che si stiano facendo le prove generali.
Curiosity, il grande rover che sbarcherà su Marte per scoprire se sul pianeta rosso ci sia mai stata la vita, è alimentato con un generatore termoelettrico ad isotopi invece dell’energia solare.

Il generatore produrrà 2,7kWh ed è previsto che abbia una vita di 14 anni.
Anche la Cina lancerà il prossimo anno il primo robot nucleare per esplorazioni sulla Luna.

La Russia invece punta più in alto: il progetto, del Keldysh Research Centre, è quello di lanciare un razzo alimentato da un generatore nucleare.

Anatoly Koroteev, capo del centro, ha affermato che un razzo a propulsione nucleare potrebbe essere 20 volte più potente di quelli attuali e potrebbe quindi trasportare un equipaggio e strumentazioni più pesanti.

Il progetto, iniziato nel 2010, conta di lanciare il primo razzo nel 2018. I finanziamenti stanziati sono già di 530 milioni di dollari.

Secondo Koroteev, il razzo a propulsione nucleare sarà un’invenzione che imprimerà una svolta radicale al modo di fare esplorazioni spaziali.

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