Romania – Passa la legge shock che rimette nelle mani dei sindaci la sorte dei cani randagi. Il provvedimento rischia di dare il via libera allo sterminio degli oltre due milioni di randagi che vivono nelle strade del Paese.
La legge è stata approvata lo scorso 22 novembre dalla Camera dei deputati del Parlamento rumeno con 168 voti favorevoli contro 111 contrari e 14 astenuti. La nuova disposizione prevede la possibilità di sopprimere i cani malati, aggressivi o pericolosi dopo soli tre giorni dalla loro cattura, mentre per la sopressione dei cani sani e non pericolosi è previsto un tempo più lungo, 30 giorni. Resta inoltre vago il concetto di “consultazione popolare” previsto per la soppressione dei cani sani.
Durissimo il commento di Sara Turetta, presidente e fondatrice di “Save the dogs”, associazione animalista attiva in Romania: “E’ una sconfitta per la classe politica romena che ha perso l’ennesima occasione per dimostrare di essere più europea di quanto fin ora si sia creduto. Ma è anche una sconfitta per i cittadini romeni che vedranno sperperati milioni di fondi statali senza risolvere il problema”. La Turetta, infatti, accusa la “lobby dei boiacani” che “si arricchisce catturando ed uccidendo i randagi romeni spiegando: “Questi appalti vengono spesso affidati a società legate con un doppio filo ai politici, locali o provinciali. Sono soldi che se il lavoro fosse fatto secondo le norme previste costerebbe 100, mentre invece viene fatto in maniera da costare 20, guadagnandoci 80.” Il risparmio avviene sulla “pelle” delle povere bestie, perchè come spiega la presidente di Save the dogs, “le agenzie che ottengono gli appalti per la soppressione dei randagi non operano in modo legale”, quindi invece di utilizzare i medicinali veterinari previsti per l’eutanasia si servono di veleni che costano meno oppure utilizzano un’iniezione di aria per provocare un’embolia, infliggendo atroci sofferenze agli animali; “E poi chiedono i soldi allo Stato per dei farmaci che non hanno mai comprato emettendo false fatture”, conclude Sara Turetta. Inoltre le condizioni dei canili, nei quali i cani devono restare i 30 giorni previsti dalla legge, sono in condizioni pessime e spesso gli animali non vengono neanche nutriti. Per di più le adozioni non sono facili. Per farlo bisogna non solo dimostrare di avere spazio a sufficienza, risorse materiali per mantenerlo e il consenso dei vicini di casa, ma anche il pagamento di una tassa. Per un paese in cui la maggioranza della popolazione è povera ciò potrebbe rappresentare un disincentivo.
Inutile negare che in Romani il problema dei randagi non sia grave. I numeri parlano chiaro, oltre 2 milioni di cani vivono nelle strade, si raggruppano in branchi numerosi, colonizzando interi spazi nelle città o nelle campagne. All’origine del problema l’ex dittatore Nicolae Ceauşescu, che cambiò il volto delle città attraverso un progetto di ammodernamento, che prevedeva la costruzione di blocchi condominiali in sostituzione delle piccole case con giardino. Per problemi di spazio, a quei tempi migliaia di cani vennero abbandonati. Quasi nessuno era sterilizzato e si riprodussero a ritmo serrato nei decenni che seguirono, fino a diventare un problema sociale.
Ma ad ogni modo la sterminazione di massa non è né necessaria né tanto meno utile per risolvere il problema. Le precauzioni da prendere sono molto più umane e prevedono innanzitutto la sterilizzazione, non solo dei randaggi sani, ma anche di tutti i cani che vivono in casa, tralasciando quelli che vivono negli allevamenti. A questa andrebbe aggiunta l’identificazione di tutti gli animali di proprietà con un’anagrafe canina.
Ad ogni modo, la legge “uccidi randagi” è ora pronta per essere firmata dal presidente Traian Basescu. Ma le associzioni animaliste non si arrendono e con il sostegno di molti personaggi dello spettacolo della Romania, stanno cercando di trovare un modo per portare il caso davanti alla Corte Costituzionale.
Se non impariamo ad amare tutti gli esseri viventi , compresi quelli meno fortunati come gli animsali randaggi ,
non saremo mai in grado di amare veramente noi stessi ne la razza umana .
Chi non prova indignazione verso un modo di pensare cosi semplice che identifica la soppressione di animali in massa come una normalita’ ed una risoluzione di un “problema” trovera’ normale chiudere la propia porta di casa verso chi soffre nel mondo .
Non e’ retorica , ma semplicemente cercare di mettere in un angolo l’egoismo che e’ dentro di noi .
Caro Rani, non vorrei sembrarti scortese, accetto il tuo punto di vista, xò i modi alternativi per combattere il randagismo ci sono, e la sterilizzazione è uno di questi. Magari la soppressione per i cani malati potrebbe, in un primo momento, aiutare a combattere il fenomeno, ma non trovo giusta un’uccisione di massa dei cuccioli nati x strada.
I soldi investiti per le soppressioni potrebbero benissimo essere impiegati x creare un centro per cani.. non un canile dove soffrono di stenti e di fame, ma un’ambiente in cui anche loro possano vivere. E soprattutto io punirei severamente quanti abbandonano un cane dopo averlo comperato perché era un cucciolo carino e piccolo. Se ci sono cani per strada la colpa è pur sempre dell’uomo che li ha comperati e abbandonati.. non prendiamocela con loro!
Un cordiale saluto
sicuramente gli animalisti otterranno prima o poi anche in Romania legge anti soppressione dei cani, gatti e pantagane – io porterei, quindi, cani, gatti e topi rognosi a casa della Sara Turetta e seguaci – in Romania ci sono 2 milioni di cani randagi, come ben detto dalla Turetta – questi Turettini che non hanno altro da fare, ottenuta la legge, si metteranno poi da parte come sempre, sicuramente non si attivano per nulla; il beneficio l’avranno, perchè anche loro come tutti attivisti di qualsiasi idea non fanno nulla per nulla.