Si è aperto oggi a Düsseldorf il Congresso Internazionale SAVE FOOD. La crisi alimentare nel mondo mette a rischio di vita milioni di persone. Contemporaneamente nei paesi più ricchi lo spreco alimentare porta a buttare vie grandi quantità di cibo. Limitare lo spreco può essere un modo per combattere la fame nel mondo, ma per farlo sarebbe necessaria una maggiore collaborazione di governi e aziende.
SAVE FOOD è un’iniziativa fondata nel 2011 dalla FAO e dall’organizzatore di commercio equo, Messe Düsseldorf, riunisce 250 partner tra organizzazioni e aziende pubbliche e private e punta a cambiare le pratiche di gestione, le tecnologie e i comportamenti delle persone coinvolte in tutta la alimentare.
Secondo il Vice Direttore Generale della FAO, Ren Wang, “un coordinamento efficace di tutti i settori potrebbe fare ‘la differenza’ e risolvere una delle principali sfide per la sicurezza alimentare mondiale.”
Secondo la FAO infatti il cibo sprecato, circa 1,3 miliardi di tonnellate ogni anno, potrebbe sfamare 2 miliardi di persone. Oggi nel mondo sono 842 milioni coloro che soffrono di fame cronica e nel 2050 la popolazione mondiale prevista è di 9 miliardi.
Ma secondo la FAO singole azioni non possono essere efficaci: aziende privati e governi devono agire in sinergia: “Solo coloro che producono cibo possono ridurre le perdite in modo significativo”, ha spiegato Wang.
Inoltre lo spreco di cibo ha un impatto importante anche sul consumo di risorse idriche e di suolo e sull’emissione di gas serra: il cibo sprecato corrisponderebbe oggi a emissioni e consumi del più grande paese del mondo.
Nei prossimi giorni le istituzioni che partecipano al congresso cercheranno di analizzare le cause della perdita di cibo, che avviene sia nella fase di produzione, raccolta e stoccaggio che una volta che il cibo è arrivato al dettaglio.
Fra i settori più importanti quello ittico e di latte, cereali, frutta e verdura, radici e tuberi.
Fra le attività di SAVE FOOD c’è la promozione di sinergie fra pubblico e privato e di iniziative volte al riutilizzo del cibo sprecato, come ad esempio il suo riutilizzo nei mangimi.
In Italia il Ministero dell’Ambiente ha avviato il PINPAS, Piano Nazionale di Prevenzione dello Spreco Alimentare, a cui fa capo il Gruppo di Lavoro coordinato dal presidente di Last Minute Market, Andrea Segrè.
Il 5 febbraio scorso è stata indetta la prima giornata contro lo spreco alimentare. In quell’occasione Segrè ha raccontato i dati dello spreco alimentare nel nostro Paese: “L’impatto economico dello spreco alimentare in Italia è decisamente imponente: il valore economico complessivo dei prodotti sprecati nel settore agricolo è pari a 704.865.492 euro, un dato che si somma al comparto industriale con uno spreco pari a 1.266.591.807 euro, e al sistema distributivo per un ulteriore spreco pari a 1.583.512.147 euro. Solo lo spreco domestico, dalle stime dell’Osservatorio Waste Watcher, costa agli italiani 8,7 miliardi di euro, ovvero oltre mezzo punto di PIL, cioè 7,06 euro settimanali a famiglia”.