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Spreco alimentare: in Italia persi 8 miliardi l’anno, si può migliorare

Resi pubblici i dati sullo spreco alimentare in Italia: 8,1 miliardi si perdono ogni anno, ma c'è molto da fare per migliorare

Scritto da Redazione di Gaianews.it il 08.07.2014

Gli Italiani sprecano in cibo 6,5 euro a settimana per famiglia, 8,1 miliardi all’anno. Sono i dati del Rapporto 2014 sulle Spreco Alimentare Domestico di Waste Watcher/Knoledge for Expo. E’ per questo che il Presidente di Last Minute Market, Andrea Segrè, ha proposto di attivare anche in Italia i Diari di Famiglia, così come accade anche negli altri paesi europei. Alla presentazione presente anche il Ministro delle Politico Agricole Maurizio Martina.

Spreco Alimentare

“Lo spreco complessivo di cibo, dai campi alla filiera al bidone della spazzatura domestico, vale complessivamente 8,1 miliardi di euro all’anno, ovvero 6,5 euro settimanali a famiglia per 630 grammi circa di cibo sprecato – ha spiegato il Presidente di Last Minute Market Andrea Segrè, alla presentazione del Rapporto 2014 Waste Watcher – Knowledge for Expo questa mattina all’Expo Gate di Milano – Studiare meglio le cause e i comportamenti familiari sarà il primo passo per garantire policies adeguate di prevenzione dello spreco. Per questo Waste Watcher propone sin d’ora di attivare anche in Italia i ‘Diari di famiglià, come già succede negli altri Paesi europei: si tratta di monitoraggi e rilevazioni scrupolosamente annotate da centinaia di famiglie campione, a proposito del consumo e soprattutto dello spreco settimanale. In questo modo potremo arrivare a dati del tutto realistici, laddove i monitoraggi finora effettuati possono registrare la percezione personale sullo spreco in famiglia”.

In Italia, o a causa della crisi, o della sensibilizzazione già in atto a riguardo del tema, si è registrata un tendenza in calo dello spreco di cibo: infatti nel 2013 lo spreco stimato era stato di 8,7 miliardi di euro.

Nell’ambito del progetto un campione di Italiani sono stati intervistati sui temi della sostenibilità e dello spreco. Secondo l’indagine il 63% degli intervistati desidera un’Italia vigile contro gli sprechi, prima ancora di un’Italia equa (39%), solidale (22%), tollerante (12%), sicura (42%), e in generale rispettosa dell’ambiente (47%). Inoltre l’81% degli italiani controlla se il cibo scaduto sia ancora buono prima di gettarlo (era il 63% solo pochi mesi fa, nel gennaio 2014) e il 76% porta o vorrebbe portare a casa il cibo avanzato al ristorante: il 30% degli intervistati lo fa con una certa frequenza, il 46% vorrebbe farlo ma non trova i contenitori al ristorante ed è troppo timido per chiederli.

La maggioranza degli Italiani inoltre sarebbe favorevole ad una campagna contro lo spreco alimentare con delle specifiche normative per il consumo e la “data di scadenza”.

In Italia sicuramente c’è margine per migliorare rispetto agli altri paesi, grazie a innovazione tecnologica e al diffondersi di buone pratiche. L’indagine di Last Minute Market ha diviso gli Italiani in cinque diversi gruppi.

– I virtuosi (22%): questo gruppo raccoglie la parte più sensibilizzata al tema dello spreco alimentare; lo inquadra sia come una immoralità, sia come un danno ambientale. Con queste motivazioni forti alle spalle riesce a sprecare veramente pochissimo.

-Gli attenti (27%): il loro atteggiamento è attento allo spreco ma con qualche licenza. Anche questo gruppo è caratterizzato sia dalla sensibilità ai temi ambientali che dalla valutazione morale sullo spreco; ma con un’intensità leggermente minore. La differenza sostanziale è che in questo cluster vi sono più coppie con figli. Sprecano poco.

-Gli indifferenti (10%): quelli che formano questo gruppo non hanno che una marginale attenzione ai temi della salvaguardia dell’ambiente e non ritengono che lo spreco alimentare produca dei danni. Nonostante questa condizione queste famiglie sprecano relativamente poco, meno della media delle famiglie italiane. La causa del loro comportamento corretto è di origine economica; è un gruppo che ha dei redditi limitati ed è il contenimento della spesa a motivarli nel non sprecare. Sprecano sotto la media nazionale ma più dei gruppi precedenti.

-Gli incoerenti (26%): accade spesso, nella società, che “si predichi bene e si razzoli male”. Questo gruppo si muove proprio così: segnala l’importanza dell’ambiente, percepisce il danno dello spreco e la sua immoralità, condivide i provvedimenti utili alla riduzione di questo fenomeno; però spreca.

-Gli spreconi (4%): si tratta di un piccolo cluster ma è significativo di un atteggiamento sociale, relativo non solo a questo tema; “io non ho responsabilità”, è la società che deve pensarci. Questo gruppo ha scarso interesse per l’ambiente e non ritiene che vi siano conseguenze più generali dovute allo spreco; per di più avendo anche una media capacità economica non vive neanche questo deterrente rispetto allo spreco alimentare domestico.

-Gli incuranti (11%): questo gruppo mostra di cogliere la problematicità dello spreco, ma come tema a se stante; non si scalda troppo per l’ambiente e, soprattutto, non ha interesse ad approfondire le conseguenze e le interdipendenze dello spreco alimentare.

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