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Tentata frode: una sostanza tossica venduta come fertilizzante “naturale”

Per essere venduta la Matrina, una sostanza tossica e pericolosa, veniva venduta come "fertilizzante naturale". La frode fermata dalla Guardia di Finanza

Scritto da Redazione di Gaianews.it il 22.07.2014

A seguito di una segnalazione di FederBio e Icqrf (Ispettorato Centro della tutela della Qualità e Repressione Frodi agro – alimentari) e della Guardia di Finanza sono stati sequestrate grandi quantità di fertilizzanti provenienti da India e Cina, venduti come sostanze “naturali”, ma in realtà pericolosamente tossiche. Si tratta di fertilizzanti destinati agli agricoltori a basa di Matrina, una sostanza di origine vegetale, ma estremamente tossica.

  Mele

Si chiama “Mela stregata” l’operazione che ha condotto  la Guardia di Finanza  a sequestrare  10.000 Kg di prodotti nocivi stoccati in un’azienda nella provincia di Cagliari. Le indagini si sono estese in Puglia dove, nel deposito di un importatore, sono stati sequestrati 30.500 litri e 25.000 Kg di prodotti spacciati per ”fertilizzanti”, ma in realtà contenenti ”Matrina”.

La Matrina era destinata soprattutto agli agricoltori che producono biologico, tratti in inganno dal fatto che  la sostanza fosse definita “Naturale”.

Pure essendo derivata dalla radice di una leguminosa, la Sophora Flavescens, e quindi potendo essere definita “naturale”,la Matrina non è legale in Europa, perchè provoca danni a uomini, piante e animali. La Matrina, spiega infatti  Luciano O.Atzori, consigliere e segretario dell’Ordina Nazionale dei Biologi esperto in sicurezza degli alimenti e tutela della salute all’AdnKronos,  “è un composto fitofarmaco con specifici effetti fitoiatrici (azione neurotossica) che inibisce l’attività della colinesterasi provocando la sindrome da avvelenamento con tremori, scordinamento dei movimenti, scarso equilibrio, disturbi intestinali e la morte per blocco della respirazione. Oltre a questi sintomi acuti i composti neurotossici possono determinare fenomeni di bio- accumulo nei tessuti lipidici provocando nel tempo fenomeni di tossicità cronica”.

Anche se i prodotti sono stati trovati in Sardegna e Puglia, potenzialmente a rischio erano i prodotti agricoli di altri territori italiani.

Secondo Atzori per difendersi da una frode di questo genere è importante “agire in maniera capillare sugli agricoltori, spesso poco informati e formati direttamente da chi vende loro i prodotti – e scardinare l’idea che ‘naturale’ sia automaticamente innocuo o salutare”.

Mentre negli USA a proposito di questo argomento la Consumer Reports ha avviato una petizione on line per rendere illegale il termine “organic” dalle etichette degli alimenti, in Italia, secondo Atzori, stando ai dati per il 2014, basati sull’analisi di 79mila campioni di 647 alimenti, oltre il 97% rispettava i termini di legge.

In Italia questo stato di cose è favorito, secondo Atzori, dal grande numero di aziende che aderiscono alla produzione biologica: infatti il mercato del biologico è uno dei pochi in costante crescita nonostante la crisi.

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