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Ancora troppo sale sulle tavole italiane

Scritto da Redazione di Gaianews.it il 16.07.2012

Sale a tavola, un rischio per la salute degli italiani. Se ne consuma più del doppio delle raccomandazioni OMSTra la popolazione adulta italiana, il consumo medio di sale al giorno è ben al di sopra dei limiti stabiliti dall’Organizzazione Mondiale per la Sanità. I limiti sono superati di più del doppio negli uomini adulti, mentre le donne vanno un pochino meglio, anche se superano abbondantemente i limiti consigliati.

È quanto emerge dai risultati preliminari del progetto Minisal-Gircsi dell’Istituto Superiore di Sanità. I dati sono stati raccolti in 15 Regioni italiane su 1519 uomini e 1450 donne di età compresa tra i 35 e i 79 anni.

In particolare, negli uomini il consumo di attesta a 10,9 grammi al giorno mentre nelle donne a 8,6 grammi al giorno. Questi valori sono ben oltre l’apporto di sodio raccomandato dall’Organizzazione mondiale della sanità, che esorta a non consumare più di 5 grammi di sale al giorno.

Secondo diversi studi è emerso infatti che troppo sale fa male. Gli effetti negativi del consumo eccessivo di sale sono da ricondurre ad un aumento del rischio di malattie cardiovascolari e tumori.

L’obiettivo dell’Iss nell’ambito del progetto è stato quello di valutare il consumo medio giornaliero di sodio e potassio pro-capite in un campione rappresentativo della popolazione italiana adulta. La valutazione è stata effettuata su campioni di urine collezionati attraverso la raccolta delle urine delle 24 ore, considerata la metodologia “gold standard”.

I campioni sono stati raccolti tra il 2008 ed il 2012 con il coordinamento del reparto Epidemiologia delle malattie cerebro e cardiovascolari del Centro nazionale di epidemiologa, sorveglianza e promozione della salute dell’Iss. La presenza nelle urine di sodio e potassio è stata la chiave per comprendere la quantità di sale che veniva consumato dai pazienti.

Lo studio è stato condotto su un campione randomizzato di circa 200 persone per ogni Regione in modo da ottenere stime rappresentative del consumo di sale nella popolazione.

L’escrezione di sodio (cioè la presenza di sodio nelle urine) è risultata entro i livelli raccomandati solo per il 4% degli uomini e il 13% delle donne.

Per il potassio, un buon indicatore del consumo di frutta e verdura, risulta un livello di escrezione urinaria pari a 4,6 grammi al giorno per gli uomini e 4,1 grammi per le donne, ben al di sotto degli almeno 7,4 g al giorno raccomandati dal Food and Nutrition Board. L’escrezione di potassio risulta a livelli desiderati solo per il 4% degli uomini e il 2% delle donne. Sulla base dei livelli medi di creatininuria e del volume delle urine è stato possibile concludere che la completezza della raccolta è stata ottima.

Per il consumo di sale le regioni del nord sono più virtuose, mentre al sud si concentrano gli eccessi di sale. Tale gradiente corrisponde molto bene alla distribuzione riscontrata per macroaree dell’obesità e dell’inattività fisica.

I risultati fin qui riscontrati sono in linea con quelli di numerosi Paesi industrializzati. Diversi Paesi stanno realizzando importanti programmi di riduzione del consumo di sale. In Italia, il ministero della Salute ha siglato un accordo con le principali Associazioni della panificazione artigianale e industriale per una progressiva riduzione del contenuto di sale nel pane (15% in meno in 4 anni), poiché questo alimento è quotidianamente presente sulla tavola degli italiani.

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