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Halloween, tempo di “Mammiferi da record”:
il mondo dei pipistrelli tra immaginario e realtà stasera al MUSE di Trento

Scritto da Valeria Gatti il 31.10.2013

Il pipistrello è prezioso come la Gioconda, simbolo di fedeltà, in Asia è anche segno di buona sorte. Dal più piccolo al più grande, tra megachirotteri, nottole, vampiri e volpi volanti, ecco come un animale spesso bistrattato può svelare storie dolci e commoventi. Come quella raccontata da Adriano Martinoli, che riporta di un pipistrello che, salvato da una bambina e dal suo papà, si è messo a fare le fusa come un gattino.

Alle 20.30 della sera di Halloween, giovedì 31 ottobre, l’appuntamento è all’interno dell’Aula Magna del MUSE, Museo di scienze di Trento. Siamo in compagnia di Adriano Martinoli ricercatore dell’Università degli Studi dell’Insubria, sede di Varese e Presidente ATIt, che tiene una conferenza dal titolo “Mammiferi da record: il mondo dei pipistrelli tra immaginario e realtà”, conferenza che rientra nel ciclo di incontri organizzati in occasione della presente edizione di M’ammalia. Ci aspetta un viaggio alla scoperta del pipistrello, del suo modo di vivere, della sua importanza. Ma anche un percorso intorno alle suggestioni che esercita, al fascino evocato, accompagnato spesso da timori e superstizioni.  I “record” sono legati nello specifico alle loro particolarità evolutive. Il relatore accompagna il pubblico alla scoperta di questi Mammiferi speciali, raccontando divertenti aneddoti e svelando, qui in anteprima, perché alcuni pipistrelli avrebbero un valore analogo a quello della Gioconda al Louvre. Ecco qualche anticipazione in una breve intervista ad Adriano Martinoli.

Myotis capaccinii   Foto: Joxerra Aihartza  Fonte: Wikipedia

Myotis capaccinii Foto: Joxerra Aihartza Fonte: Wikipedia

Domanda: Cosa c’è di nuovo rispetto alle più recenti scoperte sul mondo dei chirotteri?

Adriano Martinoli: Non c’è niente di assolutamente innovativo sui pipistrelli rispetto, ad esempio, a quanto trattato e riportato nella scorsa edizione di M’ammalia da Scaravelli. Quest’anni ci si concentra soprattutto sull’importanza della conservazione e sul ruolo ecologico delle specie.

D: I pipistrelli sono dei veri e propri radar, oltre che ingegnose macchine da volo, presi a modello dallo stesso Leonardo.  Lei stesso riporta che sono “un capolavoro dell´evoluzione, gli unici mammiferi in grado di volare attivamente”: cosa significa precisamente? Quale la differenza rispetto agli uccelli?

A.M.: La sottolineatura che i pipistrelli fanno “volo attivo” o “volo battuto” è per ribadire la loro distinzione dalle molte specie di mammiferi che riescono solamente a fare un “volo planato”. Quindi i pipistrelli volano con modalità simili agli uccelli riuscendo anche a compiere lunghi voli di migrazione.

 

D.: L’immaginario collettivo si nutre di Megachirotteri, le cosiddette “volpi volanti”, che tanto ricordano i vampiri di Nosferatu. Quale differenza c’è tra Megachirotteri e vampiri?

A.M.: Tra volpi volanti e le vere e proprie specie ematofaghe, ossia le uniche tre specie di pipistrello che si nutrono di sangue lambendolo da vertebrati e che vivono in centro sud America, vi sono notevoli differenze. Ad esempio le volpi volanti si nutrono di frutta, polline e nettare; inoltre non emettono ultrasuoni e oltre ad essere decisamente più grandi hanno una struttura per la visione notturna degli occhi completamente differente. Sembra infine strano, ma nessuna delle specie menzionate vive in Transilvania.

D.: Qual è invece l’esemplare più piccino di chirottero mai scovato?

A.M.: Il pipistrello più piccolo noto attualmente é il pipistrello farfalla anche detto pipistrello bombo che vive in Thailandia.

D.: Come ci racconta, i pipistrelli hanno sviluppato un sistema di ecolocalizzazione ad ultrasuoni che permette loro di orientarsi e cacciare nella più assoluta oscurità: emettendo degli ultrasuoni dalla bocca o dal naso (a seconda delle specie) riescono a ricostruire un´immagine dell´ambiente circostante basandosi sugli echi di risposta che ricevono. Come vedono davvero i pipistrelli, noi umani possiamo capirlo?

A.M.: I pipistrelli vedono in bianco e nero, con eccezione di alcune specie nordamericane adattate a mangiare frutta pur essendo microchirotteri, che hanno differenziato particolari coni nell’ occhio che consentono la visione di ultravioletti.

D.: Il valore del pipistrello come quello della Gioconda del Louvre è legato al fatto che sono dei potenti “bioinsetticidi”, quindi preziosi per l’economia agricola di certe aree del Pianeta, o c’è altro?

A.M.: Per quanto concerne la Gioconda il paragone è legato al concetto di endemismo, ossia specie che risultano presenti unicamente nel territorio italiano. Esattamente come per vedere la Gioconda devo andare al museo di Parigi: sono quindi una peculiarità, un valore aggiunto del nostro territorio. In Italia abbiamo ad esempio “l’orecchione sardo” che rientra in questa categoria.

Nottola di Leisler- Fonte Wikipedia, Autore, Manuel Werner, Nürtingen, AG Fledermausschutz Baden-Württemberg

Nottola di Leisler- Fonte Wikipedia, Autore, Manuel Werner, Nürtingen, AG Fledermausschutz Baden-Württemberg

D.: Amato dai bambini, bistrattato spesso dagli adulti, la vita del chirottero è senza dubbio affascinante: vive di notte, mentre di giorno entra in uno stato di torpore e, durante l’inverno, cade in un lungo periodo di ibernazione. Inoltre, in Asia e in India, il pipistrello è presagio di gioia e felicità, tanto che indossarne un osso terrebbe lontana la cattiva sorte. Pare infine essere anche un simbolo di fedeltà, forse proprio in connessione al fatto che il pipistrello è “neofobico”. Qual è la storia più curiosa che personalmente ha sentito raccontare sui pipistrelli?

A.M.: Ricordo di un episodio che ha visto coinvolto un maschio di nottola di Leisler che era stato investito da un’auto con a bordo una bambina e suo padre che l’hanno subito soccorsa e portata da un veterinario che avevano suggerito loro. Il veterinario lo rimise in sesto, ma per recuperare la capacità di volare dopo il trauma e l’operazione ci volle un luogo periodo di riabilitazione. Durante questi mesi “Nocciolino”, come era stato nominato dai membri del gruppo di recupero e riabilitazione, aveva imparato a prendere il cibo dalle mani, riconoscendo un richiamo sonoro che gli veniva rivolto simile a quando si richiama un gatto e, accarezzato sulla nuca, rispondeva facendo, riconoscente del trattamento che gli era riservato, le fusa, rivelando una capacità di interazione interspecifica degna di nota e certamente più degna di attenzione rispetto agli isterismi scomposti ai quali a volte mi capita di assistere da parte di coloro che di fronte a un pipistrello che sta volando vicino, ahimè, credono ancora che  si possa infilare nei capelli!

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