Il filosofo che dobbiamo introdurre oggi è Karl Marx. Egli rappresenterà una pietra miliare nella storia del pensiero tra Ottocento e Novecento.
Marx nasce a Treviri nel 1818 da una famiglia di origine ebrea che per ragioni di opportunità politiche si era convertita al protestantesimo. Riceve un’educazione di tipo razionale liberale. Si iscrive alla facoltà di Giurisprudenza per poi comprendere di aver sbagliato strada e iniziare gli studi filosofici a Bonn. Collabora con un giornale, la “Gazzetta renana” e a causa di scontri con il regime prussiano è costretto ad andarsene per un periodo a Parigi. Inizia qui la sua vera produzione letteraria, grazie anche all’incontro con Engels che diventerà ben presto un suo carissimo amico.
Le teorie da lui esposte non sono ben viste neppure in Francia e il nostro Karl è costretto a trasferirsi un’altra volta, a Bruxelles e poi a Londra ove scrive L’ideologia tedesca, testo nel quale viene fatto un compendio della filosofia della Germania parlando di Fichte, Schelling ed Hegel. Proprio a Londra nel 1847 terrà il primo congresso della Lega dei comunisti. Incaricato di scrivere un documento teorico-programmatico, Marx comporrà il famoso Manifesto del partito comunista. Nel 1864 viene creata l’associazione Internazionale dei lavoratori, cui Marx sarà socio onorario. Inizia la stesura de Il Capitale, sua ultima opera prima della morte avvenuta nel 1883.
Conoscere la vita di un filosofo spesso risulta essere, oltre che molto interessante, fondamentale per comprendere l’evoluzione del suo pensiero. Marx ad esempio per le sue concezioni politiche sarà da subito perseguitato. Ma che cos’è il Marxismo?
E’ bene dire fin da subito che è riduttivo descriverlo come una filosofia. Non si può rinchiudere tale pensiero in una categoria precisa dello scibile. Esso si presenta come un’analisi guidata della realtà, una sorta di analisi globale. Compaiono gli aspetti morali, ma non solo. Per la prima volta sono analizzati anche aspetti politico-economici, utilizzando chiavi di lettura affini alla futura sociologia e antropologia. Ci troviamo di fronte ad un filosofo diverso dai tradizionali: Hegel non avrebbe mai inserito in una sua riflessione l’economia ad esempio. Marx al contrario,lo fa e ne rende uno dei capisaldi del suo pensiero. Il Marxismo spiega infatti la produzione delle idee come prodotto della società, cui politica ed economia svolgono un ruolo fondante. Tale approccio costituirà una scuola nel Novecento che leggerà l’arte, la musica, la letteratura come prodotti della società economica, non più frutto di un genio privato.
La filosofia tradizionale ha sempre proposto un pensiero solo teorico. Quello che vuole Marx è presentare un pensiero nuovo, legato indissolubilmente alla prassi, all’azione. Quelle precedenti sono chiamate da Marx Ideologie. Bisogna eliminare le Ideologie tradizionalmente intese e far emergere le Apologie, vale a dire spiegazioni del mondo così com’è.
Le Fonti cui Marx si rifà sono: la filosofia classica tedesce da Hegel a Feuerbach per intenderci, alcune matrici del socialismo utopistico come Furiè, alcuni studi dell’economia politico borghese, quelli di Adam Smith per esempio e tesi del pensiero socialista vero e proprio come Owen.
Il rapporto fra Marx ed Hegel è molto controverso e va analizzato a dovere. Alcuni critici sottolineano la continuità di pensiero fra i due filosofi come Lucaks ad esempio, altri ne evidenziano la netta diversificazione. E’ indubbio che Hegel influenzò la formazione del giovane Karl nel modo di filosofare, nello stile. Un discorso diverso va fatto per quello che riguarda il piano ideologico: Marx è vicino a Feurbach e non ad Hegel. Entrambi ritengono che sia avvenuta una mistificazione del reale e che Hegel abbia compito il famoso capovolgimento tra soggetto e oggetto su cui Feuerbach tanto insisteva. Prima vi è il mondo, le cose, poi l’idea, non l’opposto!
In tal senso quello di Hegel viene definito da Marx Misticismo logico: il compito che si prefigge il nostro Karl è quello di capovolgere il mondo che è raffigurato “al contrario” da Hegel.
Il primo apporto critico proposto da Marx riguarda la politica e in particolar modo il concetto di democrazia.
Come tutti sappiamo per democrazia si intende un modello politico in cui tutti possono partecipare attivamente alle decisioni statali. Tutto questo per Marx è solo apparenza. E’ terminato il tempo delle poleis greche in cui tutti i cittadini potevano davvero avere un rapporto diretto nella gestione dello stato. Ora lo stato è nelle mani di pochi che manipolano le masse per propri tornaconti personali. Quella attuale è ormai una democrazia apparente ed è necessario tornare ad una democrazia sostanziale, vale a dire occorre ridare la possibilità a tutti di prender parte allo stato, direttamente. La classe che attuerà questa vera e propria “rivoluzione” può essere solo quella proletaria. Per modificare la società è necessario comprendere quando è iniziato il decadimento. Le disuguaglianze nascono secondo Marx in primis dall’acquisizione della proprietà privata. Essa è la causa dello squilibrio tra le classi. Solo con una parità di averi si può raggiungere una parità di diritti.
Questo ragionamento, vicino a quello di Rousseau, sarà il primo caposaldo marxista.
La prossima settimana ci soffermeremo sui testi e trarremo delle riflessioni sul ruolo che la natura ha per il nostro filosofo…
Il film che vi consiglio questa settimana è La Versione di Barney di Richard Lewis, tratto dall’omonimo romanzo di M. Richler.