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L’alba del pensiero, puntata 32. I protagonisti dell’800

Scritto da Alba Fecchio il 13.05.2011

Alba del pensiero - rubrica settimanale di filosofia e naturaIl titolo della puntata scorsa è stata “Goodbye Hegel, Goodbye”, in realtà sentiremo ancora molto parlare di Mr. Hegel.

In ogni rivoluzione che si rispetti in fin dei conti, morto il capo carismatico, si cerca di ricostruire o qualcosa di affine alla sua volontà cercando nuove vie, creando gruppi nuovi, oppure modificando il messaggio originario fino a rinnegare il pensiero del capo stesso.

Ecco, accade sempre così anche in filosofia. Morto il maestro, colui che ha fatto una “rivoluzione” con i suoi scritti, si cerca di capire cosa fare.

Mi pare corretto aprire una panoramica di cosa succede all’indomani della morte di Hegel.

Innanzi tutto l’800 è considerato il secolo della filosofia. Ha il suo picco nel primi 30 anni del secolo, per poi calare ed arrivare al suo apice negli ultimi anni della belle époque.

Gli atteggiamenti che dovremo analizzare nelle prossime puntate sono riducibili essenzialmente a 3.

Il primo, è quello di totale rifiuto dell’impostazione idealista dei problemi. Trova due massimi esponenti. Il promotore è indubbiamente Artur Schopenauer. Egli non entrerà mai direttamente in polemica con Hegel. Il suo atteggiamento è di totale rifiuto espresso con un’indifferenza pressocchè totale. Schopeanuaer sarà uno dei massimi promotori della cultura ottocentesca. Personaggio alquanto particolare che tentò per la prima volta in tutta la storia della filosofia, di introdurre elementi di derivazione orientale nel suo pensiero. Lo vedremo a tempo debito con tutta calma, ovviamente.

L’altro grande antagonista di Hegel è Soren Kierkegaard. Filosofo danese la cui ricezione arriva abbastanza tardi in Europa proprio a causa della lingua (scrive le opere nella sua lingua madre, il danese appunto). Egli è colui che polemizza di più e più apertamente con Hegel. In ogni suo testo sono ben evidenti critiche e attacchi al sistema hegeliano, accusato di ingabbiare il pensiero in una trappola mortale.

Occorre fin da subito notare che né Schopenauer né Kierkegaard daranno mai origine ad una scuola filosofica. Sono e resteranno due pensatori isolati.

Secondo atteggiamento riscontrabile è quello della cosiddetta Sinistra Hegeliana. Primo esponente in ordine cronologico di questa tendenza è Ludwig Feuerbach. Hegel viene qui rielaborato secondo temi e prospettive tipiche della Sinistra. A Sinistra inizia, infatti, anche il capovolgimento del idealismo in quello che verrà definito Materialismo storico ( per differenziarlo dal Materialismo, corrente che anche noi abbiamo visto qualche puntata fa, risalente al 700). Si tratta ovviamente di una interpretazione materialistica di ogni aspetto della vita: economico, politico e sociale.

Sempre dall’ala della Sinistra hegeliana, nasce un terzo atteggiamento che è quello che poi darà vita ad un vero e proprio movimento non solo filosofico ma anche politico. Sto parlando della demistificazione del hegelismo, vale a dire di quel movimento del pensiero che mira a “smascherare ciò che gli altri hanno mistificato”.

Il più grande demistificatore in tale senso è Carl Marx. Egli accusa Hegel di essere stato un ideologo mascherato da filosofo e di aver proposto una dottrina sistematica apparentemente neutra, ma che in realtà cela ideologie nascoste con precise indicazioni politiche. economiche e religiose. Il progetto di Marx è di superare tutto ciò. Con il testo “ L’ideologia tedesca” propone di rovesciare il sistema hegeliano per giungere finalmente alla realtà. Quello di Hegel sarebbe infatti un mondo capovolto. E’ necessario partire a discutere dal presupposto dei presupposti: a che cosa serve la filosofia? Per Hegel è un mezzo per comprendere il mondo, lasciandolo però ciò che esso è. Per Marx, al contrario, la filosofia deve diventare attiva: il punto non è comprendere il mondo e basta, ma trasformarlo, cambiarlo. La filosofia non è una questione teorica, ma pratica. Il marxismo non è infatti una semplice filosofia, ma una teoria della trasformazione della realtà.

Schopenauer e Kierkegaard non avranno mai una scuola come abbiamo già detto. Marx sì. Egli segnò l’800: dal 1840 in poi, alcuna teoria politica e filosofica fu più consistente del marxismo.

Unico confronto possibile con il marxismo, per ciò che riguarda l’influenza e la ricezione della società, è con il Positivismo: altro grande movimento che nasce dall’elaborazione di Auguste Compte. Egli fu all’incirca contemporaneo di Hegel e fin dall’inizio contrario ad ogni atteggiamento metafisico, fervido sostenitore di una necessità di riformare la filosofia per farla diventare una scienza esatta.

Ultimo in ordine cronologico da citare come perfetto anti-hegeliano sarà Frierdich Nietzsche. Con il suo avvento si può finalmente sancire la morte del hegelismo e l’inizio di quella che verrà chiamata età contemporanea.

In questo breve compendio utile per fare il punto della situazione e per chiarire cosa ci aspetterà, risulta chiaro che l’800 si presenta come un secolo vasto, forse Il Secolo per eccellenza della filosofia. Senza comprendere l’800 non potremo mia capire il secolo successivo e le sue contraddizioni.

Il film che vi consiglio questa settimana è Up, un cartone animato di Pete Docter e Bob Peterson. Dai risvolti inaspettati.

 

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