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Avvistato il misterioso delfino mesoplodonte nel Tirreno

Scritto da Redazione di Gaianews.it il 04.07.2012

Un rarissimo delfino mesoplodonte è stato avvistato  al largo della Sardegna nord-orientale. Il delfino mesoplodonte è una specie criptica, cioè non la si vede quasi mai. Sappiamo che esiste grazie al fatto che sono state ritrovati alcuni esemplari spiaggiati che sono stati poi studiati. Basti pensare che nella storia del Mediterraneo si annoverano solo 4 avvistamenti di questo misterioso delfino, di cui 3, appunto, di animali spiaggiati.

L’avvistamento è stato effettuato nell’ambito di una ricerca del Dipartimento di Scienze della Natura e del Territorio (DIPNET) dell’Università di Sassari dal titolo ‘Cetacei pelagici dei mari della Sardegna: una biorisorsa prioritaria’ coordinato dalla Dr. Renata Manconi.

Il mesoplodonte fa parte della famiglia degli zifidi detti comunemente “balene dal becco” (beaked whales) per la tipica forma del muso e sono tra i cetacei meno conosciuti.
L’avvistamento è stato fatto da un piccolo gruppo di ricercatori e da un dottorando che hanno raccolto dati importantissimi vista l’eccezionalità dell’evento.

La ricerca su questi animali prosegue ormai da 7 anni da parte dell’Univeristà e questo, oltre ad essere un eccellente ed importante risultato conferma la necessità di queste ricerche visto l’eccezionale bagaglio di bioidversità che è presente nei nostri mari e che abbiamo la responsabilità di preservare.

I risultati preliminari dello studio del DIPNET sono stati presentati al 26° Congresso dell’European Cetacean Society (ECS, Irlanda, marzo 2012). Il prossimo obiettivo dei ricercatori è l’implementazione del progetto e la creazione di un network di cooperazione scientifica con esperti a livello globale anche in collaborazione con la Regione Sardegna e con il Ministero dell’Ambiente.

Il progetto, che Renata Manconi e Luca Bittau del DIPNET stanno portando avanti, è co-finanziato dal Parco Nazionale dell’Arcipelago di La Maddalena, Fondazione Banco di Sardegna, RAC-SPA/UNEP e DIPNET e prevede un monitoraggio sperimentale nei mari della Sardegna per tutto l’arco dell’anno delle specie pelagiche di cetacei, con particolare riguardo per il Mar Tirreno centrale e le Bocche di Bonifacio.

Le specie oggetto di studio sono la balenottera comune (Balaenoptera physalus), lo zifio (Ziphius cavirostris), la stenella striata (Stenella coeruleoalba), il capodoglio (Physeter macrocephalus), il grampo (Grampus griseus), il delfino comune (Delphinus delphis) e il globicefalo (Globicephala melas). Ora anche il mesoplodonte può essere annoverato tra le specie censite.

Si stanno raccogliendo anche dati preziosi su altre specie pelagiche, come la tartaruga marina comune (Caretta caretta), pesci cartilaginei come la mobula (Mobula mobular) e la verdesca (Prionace glauca), e pesci ossei tra cui il pesce luna (Mola mola) e il tonno rosso (Thunnus thynnus).

Dai dati finora raccolti sta diventando sempre più evdente che l’area di studio è fondamentale per gli zifidi e va monitorata anche a causa dell’aumento dell’inquinamento acustico che può disturbare le preziose e misteriose presenze marine.

L’avvistamento avvalora ancora di più l’ipotesi della creazione di una riserva marina in quella zona, al confine con il Santuraio Pelagos. Una tale iniziativa potrebbe essere volano di crescita economica grazie al turismo; intanto con le ricerche in atto molti giovani si stanno formando per essere capaci di gestire, monitorare e studiare un patrimonio naturalistico di tale portata.

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