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C’è una politica per le aree protette?

Scritto da Renzo Moschini il 24.03.2012

C’è una politica per le aree protette?
E’ il titolo di un incontro nazionale promosso per il prossimo aprile al Parco dell’Appia Antica dall’AIDAP l’associazione dei direttori dei parchi.

Titolo quanto mai azzeccato specie  dopo le varie iniziative con le quali si volle ricordare negli scorsi mesi il ventennale della legge quadro sui parchi del 1991 che preferirono però generalmente evitare interrogativi troppo scabrosi e non mettere il dito nella piaga. Oggi infatti questo è il nodo ormai ineludibile per chiunque non voglia far finta di niente rispetto a quanto è successo con la gestione Prestigiacomo.

Un nodo tanto delicato che si è preferito finora -ripeto- eludere, cercando magari di scaricare la responsabilità della crisi dei parchi sulla legge e non sulle politiche del governo ed anche delle regioni e degli enti locali per non averla adeguatamente fronteggiata. E lo si è fatto così maldestramente ed anche sfacciatamente non solo affibbiando alla legge le responsabilità che sono e restano di una gestione politica rovinosa, ma anche approfittandone per tentare di fare altri danni a partire proprio dalle aree protette marine notoriamente le più malmesse e in crisi.

Eppure per tante vicende si ripete che bisogna fare anche dei sacrifici perché ce li chiede l’Europa che anche per le aree protette e non solo marine da tempo ci chiede di fare cose importanti che il nostro governo però ha finora tranquillamente e disinvoltamente ignorato.

L’incontro dell’Appia Antica non dovrà faticare molto perciò a rispondere all’interrogativo, ma dovrà anche e finalmente cominciare a dire quale politica va messa oggi in cantiere e alla svelta per uscirne. Si deve insomma dare quelle risposte che il Senato non è in grado  di  dare e non sta dando e che altri -troppi- finora non hanno saputo o voluto dare. Mettiamola così; se si decidesse di convocare quella terza Conferenza nazionale dei parchi da tempo richiesta, ma snobbata dal ministero, con quali posizioni si presenterebbero il governo, le regioni, gli enti locali, i parchi e l’associazionismo? Stando a quel che conosciamo ci sarebbe da stare poco allegri. Le robe del Senato aggravano la situazione e non solo per le aree marine ed eludono le altre. E non si va lontani con gli emendamenti presentati anche da Federparchi. Sulla organizzazione del ministero nessuno fin qui ha detto niente tanto meno sulla Bassanini in lista d’attesa da solo ..un decennio.

Ecco perché mi ha colpito scorrendo il programma e il lungo elenco degli oratori dell’Appia dove figurano parlamentari, rappresentanti dei partiti, ma non amministratori regionali e degli enti locali che il Senato peraltro si era già badato bene dal consultare quasi che la legge e la politica per le aree protette fosse appannaggio esclusivo dello stato.

Eppure questa è oggi la più vistosa e grave contraddizione politico-istituzionale da cui dipende in larga misura il destino delle nostre aree protette. Del resto non è un caso che a questa latitanza si accompagnino in molti casi iniziative regionali non meno contraddittorie e pericolose di quelle nazionali.

E’ stata questa, infatti,   la motivazione di fondo dell’appello del Gruppo di San Rossore per il Rilancio dei parchi; l’esigenza cioè di  mettere insieme tutte le forze senza le quali non si va da nessuna parte.  In queste settimane stiamo preparando l’incontro  del Gruppo per il 10 maggio al Parco di Migliarino, San Rossore, Massaciuccoli dove discuteremo di un nostro appuntamento nazionale per il dopo estate. Tra le iniziative preparatorie alcune riguardano proprio il libretto del gruppo per il Rilancio dei parchi e un più recente libro  dedicato al futuro dei parchi. Queste discussioni coinvolgono  amministratori dei parchi, ma anche sindaci, assessori provinciali operatori della pubblica amministrazione, esperti a conferma che i libri servono. Anche con il nostro sito (www.grupposanrossere.it) stiamo dando un contributo significativo pubblicando documenti e ricerche di cui non sarebbe male discutere anche all’Appia Antica.

 

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