Le dichiarazioni del Ministro Clini stanno suscitando reazioni diverse e molteplici dal mondo dei parchi e delle ONG. Si erano già pronunciati WWF, Gruppo di San Rossore e Federparchi.
Oggi anche il presidente del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, Giuseppe Rossi, voce autorevole del mondo dei parchi, a lungo impegnato sul fronte della conservazione, esprime parole dure nei confronti della posizione del ministro e preoccupate per la sorte della conservazione della natura in Italia.
“La quotidiana messa in discussione dei parchi e degli enti parco” dice il Presidente “mette in luce che la natura è perlopiù qualcosa di estraneo alla politica e agli interessi collettivi e le finalità delle aree protette sono disconosciute. Non è possibile che i parchi, istituzioni pubbliche per definizione, possano essere affidati in gestione a privati.
D’altra parte, il Parco d’Abruzzo, ha da anni affidato alcune attività “produttive” a società e cooperative locali, ma non può ovviamente affidare a soggetti privati funzioni istituzionali come la sorveglianza, il rilascio di autorizzazioni e nulla osta, il risarcimento dei danni della fauna protetta, la ricerca scientifica, etc. Purtroppo, ancora una volta occorre sottolineare quanto sia profonda, ai livelli istituzionali e politici, la disattenzione nei confronti della tutela della natura e del paesaggio e delle sfide amministrative, sociali ed economiche delle aree protette.
“La crisi dei Parchi italiani è molto grave” ha continuato Rossi.”I ripetuti tagli ai finanziamenti degli ultimi anni ne sono testimonianza evidente e, seppure i problemi più impellenti sono stati temporaneamente risolti con il riconoscimento agli Enti delle cosiddette spese obbligatorie, la mancanza di risorse certe appositamente destinate al finanziamento dei parchi, impedisce loro una adeguata programmazione delle attività istituzionali e promozionali e li costringe a una perenne gestione di emergenza.
“Eppure”, ha concluso Rossi “i Parchi d’Italia hanno largamente dimostrato la loro utilità per la tutela della biodiversità e per lo sviluppo locale. Il loro valore economico ed etico sta nei fatti e vanno ad essi riconosciuti la dignità e il ruolo strategico che meritano. Ne va del futuro di molti territori italiani, di decine di migliaia di posti di lavoro, nonché della qualità della vita di tutti i cittadini.