Con un comunicato il Parco Nazionale d’Abruzzo ha reso noto che la femmina di orso marsicano morta lo scorso 14 marzo è stata uccisa dalla tubercolosi bovina. L’allarme per la situazione sanitaria dell’orso è ora altissimo. Gli esperti avevano denunciato più volte il grandissimo pericolo derivante da un cattiva gestione dei pascoli e dagli scarsi controlli sul bestiame domestico e sulla fauna selvatica. A luglio del 2012 un focolaio di tubercolosi bovina nella stessa zona in cui è stata ritrovata l’orsa era stato gestito in maniera irresponsabile. Un video realizzato da Gaianews.it, ha testimoniato come le vacche che dovevano essere tenute in quarantena erano libere e senza sorveglianza e si abbeveravano ad un fontanile a cui aveva libero accesso la fauna selvatica. Le conseguenze di questa gestione sono ora innegabilmente sotto gli occhi di tutti.
L’orsa era stata ritrovata agonizzante in località Sperone di Gioia dei Marsi, il 14 Marzo scorso.
Nel comunicato del Parco si legge: “Dalle analisi di Laboratorio è emerso che le lesioni principali riferibili a tubercolosi sono a carico dell’intestino, che risulta essere l’organo maggiormente interessato sia da lesioni macroscopiche che microscopiche. Questo rilievo depone per un’origine alimentare dell’infezione. Pertanto si ritiene che l’orsa si sia alimentata tempo addietro di organi di bovini.”
Il Parco sottolinea la gravità della perdita trattandosi di una femmina in età riproduttiva. Con 50 orsi all’ultima stima, il destino dell’orso marsicano, unico al mondo, è appeso ad un filo.
“Non si può più indugiare nell’attuare un regime più restrittivo per l’allevamento di animali al pascolo, pena la potenziale scomparsa della popolazione di orso bruno più rara al mondo,” dice il comunicato del Parco che ha convocato una riunione per il prossimo 22 aprile.
L’Associazione Salviamo l’Orso non usa mezzi termini: “adesso si piangono le solite lacrime di coccodrillo!” E denuncia: “Non vogliamo infierire sull’inefficienza del Servizio Regionale Veterinario , una vera e propria vergogna, non ci interessa rimarcare il fallimento delle azioni previste dal Progetto Life Arctos lautamente finanziato dalla Comunità Europea , la latitanza del Ministero della Salute o la sostanziale inefficienza del Corpo Forestale dello Stato nel controllo degli armenti e del territorio, ci interessa solo che finalmente si volti pagina e che si passi rapidamente all’azione.”
Rivolgendosi al nuovo Presidente del Parco Antonio Carrara, al Sindaco di Gioia dei Marsi, il paese in cui è avvenuto il ritrovamento, al Ministero dell’Ambiente e alla Regione Abruzzo “che ha appena firmato un ennesimo protocollo pieno di buone intenzioni” che tutto il bestiame sia controllato e non a campione, “ma animale per animale e che quello infettato sia immediatamente traslocato a garanzia della salute del patrimonio faunistico che il Parco gestisce e della salute dei consumatori.”
Salviamo l’Orso chiede ancora che “quel territorio sia sdemanializzato, gli usi civici siano sospesi ed il pascolo venga vietato immediatamente in tutta l’area che è critica ed importantissima per la residua popolazione di orso marsicano, ora o mai più”.
“Ci sono tanti modi di compensare l’eventuale rinuncia del Comune al misero affitto che incassa dagli allevatori, il Parco e le istituzioni facciano la loro parte premiando i comportamenti virtuosi e invece la smettano di versare fondi cospicui a chi non lo merita e tali esempi tra i Comuni del Parco non mancano di certo”, conclude il comunicato.