Il 14 marzo scorso una femmina di orso marsicano è stata trovata in fin di vita a Sperone, una frazione di Gioia dei Marsi, al confine con il Parco d’Abruzzo. Grazie alle analisi condotte sulla carcassa è stato reso noto dal Parco che l‘orsa è morta a causa di tubercolosi bovina. Nel 2012 un focolaio di tubercolosi bovina fu rilevato nella stessa zona e Gaianews.it ha documentato con un video la gestione delle vacche in quarantena che destava molte e gravi perplessità. Le vacche erano infatti libere, non recintate, e si abbeveravano ad un fontanile al quale sia animali che umani non informati potevano accedere.
Lunedì scorso si è svolta una riunione per fronteggiare l’emergenza e Gaianews.it ha raggiunto il neo presidente del Parco Antonio Carrara, la referente scientifica Cinzia Sulli e un rappresentante della ASL di riferimento, il dottor Mario Mazzetti, per capire quali azioni saranno messe in campo per tutelare le poche decine di orsi bruni marsicani rimasti nell’Appennino centrale.
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Istituzioni coinvolte e assenti ingiustificati – Alla riunione erano presenti il presidente del Parco Carrara, la referente scientifica Sulli, il Sindaco di Gioia dei Marsi, rappresentanti della ASL di riferimento di Sulmona-Avezzano, esperti dell’Università di Teramo, il Capo dell’UTB di Castel di Sangro del Corpo Forestale dello Stato Tiziana Altea, e un rappresentante dell’Istituto Zooprofilattico di Teramo. Non erano presenti alla riunione, perché non convocati, gli esperti Massimo Fenati e Adriano Argenio del progetto Life Arctos impegnati nell’azione C2, quella relativa proprio alla gestione del rischio sanitario e nessun esponente né del Ministero della Salute, né del Ministero dell’Ambiente. Anche assente perché non invitato l’Ufficio Parchi della Regione Abruzzo, componente del Tavolo Tecnico del Patom e del Tavolo di Coordinamento del Life Arctos.
Provvedimenti Dalla riunione è emersa la necessità e l’intenzione di creare una zona speciale nell’area. Nell’area interessata dal ritrovamento per due mesi sarà vietato il pascolo. Inoltre nella zona speciale i controlli saranno aumentati, ossia tutte le carcasse di selvatici e domestici saranno fatte analizzare in tempi veloci. Inoltre la monticazione delle vacche avverrà attorno alla metà di maggio, visto che il 6 maggio, le vacche saranno sottoposte capo per capo alle analisi per la TBC bovina.
Nella riunione si è anche discusso della creazione di un tavolo scientifico e di un tavolo tecnico per gestire e seguire l’emergenza. Ad oggi però gli elementi sicuri non sono ancora molti. Infatti deve ancora essere stabilita chiaramente l’area che dovrebbe diventare a “gestione speciale” e sarà necessario che i sindaci facciano approvare in consiglio comunale tutte le direttive del caso affinchè gli allevatori possano adeguarsi alle nuove norme.
Il presidente Carrara, raggiunto da Gaianews.it ha definito “oziosa” la discussione sulla provenienza della tubercolosi, cioè se provenga dai selvatici o dal bestiame domestico, e sul rimpallo delle responsabilità ritenendo invece necessario che la si debelli il più in fretta possibile. Per questo si è impegnato anche a far sì che l’apposita commissione istituita insieme alla Comunità del Parco con dei rappresentanti dei sindaci dei Parchi produca al più presto un nuovo “regolamento tipo” di fida pascolo e un nuovo piano dei pascoli che dovrebbe consentire dei controlli più accurati.
I tempi Ma la responsabile del servizio scientifico Cinzia Sulli, ha dichiarato che il nuovo piano dei pascoli e il regolamento della fida pascolo non saranno pronti, presumibilmente, prima del 2015, ipotizzando una prima riunione della commissione per la fine del 2014. Nel frattempo Sulli solleciterà nuovamente il Ministero della Salute affinchè il Tavolo Tecnico Sanitario, nato in seno al Progetto Life Arctos, e attivo per una sola riunione nel 2012, riprenda le sue attività, interrotta senza che siano noti motivi validi. E’ anche in seno al progetto Life che l’epidemiologo Massimo Fenati ha stilato un elenco di patologie pericolose per l’orso: per queste patologie la situazione è ancora più complicata, se possibile, perché per legge non devono essere monitorate, ma rappresentano un alto rischio per la sopravvivenza dell’orso come più volte dichiarato dall’esperto.
Ministero della salute e Ministero dell’Ambiente – Gaianews.it ha inviato delle domande a riguardo al referente per il Ministero della Salute e al Ministero dell’Ambiente ed è in attesa delle risposte.
I controlli delle ASL e le leggi mancanti e disattese – Il dottor Mario Mazzetti della ASL di Avezzano-Sulmona ha fatto notare come le ASL siano attrezzate e organizzate per il controllo della sanità del bestiame domestico e non dell’orso e per questo sarebbero necessarie delle nuove norme ad hoc, almeno dei nuovi protocolli, con nuove procedure di monitoraggio, avallate da Regione Abruzzo e Ministero della Salute. Attualmente infatti, fa notare Mazzetti, si tratta di una situazione in cui, in alcuni casi, le vacche vagano allo stato brado anche per 10-11 mesi l’anno.
Va sottolineato che l’ultimo Audit del Ministero della salute, effettuato alla fine del 2012 sul Sistema Sanitario Regionale e in particolare sulla ASL di Sulmona e Avezzano, ha rilevato “Criticità nell’attuazione delle Profilassi di Stato per la eradicazione della tubercolosi (TBC) e brucellosi (BRC) bovina e bufalina, brucellosi ovi-caprina come evidenziato dalla Griglia LEA nel corso degli anni di rilevazione (TBC: 83,9%, 81,8%, 89% e 88,7% di aziende controllate rispettivamente negli anni di attività 2006, 2007, 2009 e 2010; nonché per le BRC 76,1%, 84%, 89,7%, 76,1 e 85,9 % rispettivamente per gli anni di attività 2006, 2007, 2009, 2010 e 2011), sebbene con un trend in miglioramento. “
Il che significa che non vengono controllati tutti gli allevamenti e se da un lato l’allevamento nel Parco non è certo regolato da norme equilibrate, la ASL di competenza non esegue tutti i controlli come dovrebbe, almeno fino al 2011. Alla domanda su come fosse stata gestita l’emergenza del focolaio del 2012 il dottor Mazzetti, rifiutandosi di rispondere sul momento, ci ha invitato a visionare i dati, troppo complessi per essere detti a voce, nella sede ASL in Abruzzo.
Va fatto notare, inoltre, che i frequentatori del Parco hanno spesso riportato di aver visto vacche senza marche auricolari: si tratta di un vero e proprio buco nero nel controllo e monitoraggio. La marca auricolare è infatti il mezzo attraverso il quale una vacca viene riconosciuta: senza marca auricolare non è possibile riconoscerne nessun dato, né a quale mandria appartenga, né, di fatto, la sua provenienza. Va da sè che per quanto possa succedere che le vacche perdano le marche, nulla esclude che le marche non possano essere manomesse, per i più svariati motivi.
Per ovviare a questo, spiega Mazzetti, si potrebbero utilizzare dei microchip. Ma anche per questo sarebbe necessaria una apposita normativa che obblighi gli allevatori ad adeguarsi.
Tempi utili o reazioni lente? Come affermato più volte dagli esperti, la sopravvivenza dell’orso bruno marsicano è appesa ad un filo: una patologia aggressiva potrebbe cancellare da un momento all’altro questo animale unico dalla faccia della terra. Purtroppo, se le procedure e i tempi di reazione saranno stati troppo lenti o non sufficienti, lo si potrà constatare solo quando la popolazione sarà estinta. La cronaca però, potrà essere utile al lettore e alle autorità competenti per accertare le responsabilità. Secondo Stefano Orlandini, presidente dell’associazione Salviamo l’Orso, poco è stato fatto e molto di più si potrebbe fare, in situazione di emergenza, così come ha dichiarato in un’intervista a Gaianews.it