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Riapre la caccia in aree contigue al Parco d’Abruzzo, pericolo per l’Orso?

Scritto da Federica di Leonardo il 17.09.2011

Orso marsicanoMartedì scorso il comitato VIA della Regione Abruzzo ha rivisto la sua precedente decisione di posticipare di un mese l’apertura della caccia in zona A del PATOM, una zona contigua al Parco Nazionale d’Abruzzo e quindi importante per l’Orso Marsicano. PATOM sta per Piano di Azione per la Tutela dell’Orso Marsicano.

Il posticipo era stato richiesto, in prima battuta, dal Parco Nazionale d’Abruzzo ed era stato approvato dalla commissione VIA. La decisione era stata presa per salvaguardare l’Orso Marsicano in un periodo in  cui, afferma il WWF, “le femmine si trovano a dover accumulare le necessarie riserve di grasso fondamentali per la riproduzione, risorse utili alla fase del parto in tana e poi per allattare i cuccioli fino alla primavera successiva. La sopravvivenza e la capacità riproduttiva degli orsi dipende strettamente dalle possibilità di sfruttare le risorse trofiche ed è palese il disturbo causato dall’attività venatoria a questa specie come a diverse altre in un periodo così delicato della loro vita”.

Il WWF ha criticato la decisione di revisione del posticipo affermando che “la decisione varata dalla Regione consente di entrare nelle aree più importanti per l’orso con cani segugi che possono essere lanciati all’inseguimento delle prede (come nella caccia alla volpe)”, e aggiunge che la decisione è stata presa “contro il parere del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, contro il parere degli stessi funzionari istruttori della regione e senza la relazione d’incidenza ambientale prevista dalla legge”.

La richiesta di revisione della data, secondo l’ingegner De Collibus, direttore generale dell’Assessorato all’Agricoltura, coadiuvato dal dottor Franco Recchia, responsabile dell’ ‘Ufficio Programmazione gestione faunistico venatoria’ della Regione, entrambi raggiunti telefonicamente, è stata effettuata perchè, esaminata tecnicamente la cartografia del PATOM, non sussistevano motivazioni sufficienti a giustificare il posticipo. Nel documento scaribile qui si legge infatti che proprio nel PATOM è scritto quali sono le tipologie di caccia non impattanti, ma non si prescrive il divieto ( pagina 23 punto 5 e pagina 30).

Proprio come scritto a pagina 30 del PATOM, il dottor Franco Recchia è impegnato nella creazione di un tavolo di trattative al quale possano sedere  l’Università La Sapienza di Roma, che si occupa da anni delle ricerche sull’ Orso Marsicano, l’Istituto Superiore per la Ricerca e la Protezione Ambientale (ISPRA) e  le associazioni venatorie di modo che il prossimo anno si possa giungere a definire il calendario venatorio secondo criteri che rispettino le esigenze della conservazione dell’Orso senza dovere pesare, se non necessario, sull’attività dei cacciatori.

Inoltre il dottor Recchia ha dichiarato di essere impegnato a riavviare le procedure riguardanti il PATOM, in modo da poter ridare vita ad un piano che aveva forse perso, negli ultimi mesi, di slancio.

E’ acclarato che l’esistenza dell’Orso Marsicano è appesa ad un filo a causa dell’ esiguo numero di individui ancora presenti.

Sarebbe forse sensato che le parti in causa si ponessero le seguenti domande:

– E’ certo, nonostante sia stato scritto nel PATOM e sottoscritto da numerosi enti e associazioni, che la caccia in quella zona non crei nessun pericolo e che non si crei nessun inutile rischio per l’Orso?

– I tempi di una contrattazione, necessaria e auspicabile, saranno utili per evitare altre perdite?

– In quest’ottica il PATOM, pur prevedendo azioni che vanno nella direzione della salvaguardia dell’Orso sul lungo periodo (visto che i tempi di applicazione si dilungano rispetto a quelli indicati nel Piano), rispondono al livello di emergenza che la conservazione di questo animale prevederebbe?

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  • Stefano Orlandini scrive:

    Magari fara’ piacere ai anche ai nostri lettori… insieme al Dott.Recchia , al Dott.Ranieri ed ai loro colleghi del Comitato VIA conoscere come la pensa il Parco Nazionale che di fatto e’ l’unica istituzione che tenta
    faticosamente… spesso senza successo purtroppo.. di tutelare l’ORSO marsicano.

    Cordiali saluti

    Date: Fri, 16 Sep 2011 16:38:59 +0200
    From: “PN Abruzzo, Lazio e Molise”
    Subject: CACCIA E ORSO MARSICANO

    CACCIA E ORSO MARSICANO
    Un sicuro disturbo e un rischio evidente

    C’è chi dice che la caccia non nuoce all’orso bruno marsicano, animale simbolo della fauna italica, e non gli crea alcun disturbo.
    E’ questione di punti di vista e di qualità delle valutazioni. Non tutti, a parte le personali presunzioni, possono dare valutazioni ragionate e scientifiche rispetto alle caratteristiche ecologiche, etologiche e gestionali della specie.
    Il Parco pensa, perciò, che l’attività venatoria, non adeguatamente organizzata e soprattutto esercitata in certi periodi, può costituire un grave vulnus per l’orso marsicano e condizionarne la vita.
    Per questo, crea realmente allarme e sconforto la decisione della Regione Abruzzo in merito all’approvazione del Calendario Venatorio 2011-2012, specificatamente per ciò che concerne la protezione dell’Orso bruno marsicano, nei cui territori della Zona di Protezione Esterna del Parco e della Zona A del PATOM, sempre esterna all’area protetta, è stata anticipata la caccia al cinghiale a partire dal 18 settembre prossimo, seppur da appostamento fisso e senza cani.
    Il tornare indietro rispetto alla decisione precedentemente presa, quella cioè di aprirla al 1° novembre, nonostante la esplicita richiesta fatta dall’Ente Parco con nota prot. n.0005199/2011 del 29 luglio u.s., comporta dei gravi problemi per la tutela dell’Orso bruno marsicano.
    L’Ente Parco aveva chiesto l’apertura al 1° novembre, accennando, peraltro, a un possibile posticipo della chiusura dimostrando così la massima disponibilità per una decisione condivisa e partecipata.

    Certamente, l’apertura generale anticipata della caccia al 18 settembre, quindi anche alla lepre, volpe, coturnice, con cani al seguito, come i segugi, provoca un elevato e pesante disturbo alla popolazione di orsi proprio nel periodo cosiddetto di iperfagia -settembre, ottobre e novembre -, cioè quando si nutrono con intensità per accumulare riserve energetiche utili per superare il periodo del letargo.

    In questo modo il Parco è lasciato solo nella tutela dell’Orso sull’intero territorio di presenza del plantigrado, quindi anche all’esterno del perimetro del Parco, contraddicendo tutti gli impegni assunti e vanificando tutti gli sforzi finora realizzati per rispettare il Protocollo per la Tutela dell’Orso bruno marsicano (PATOM), sottoscritto anche dalla Regione Abruzzo, che ne è capofila, da tutte le provincie abruzzesi e del Centro Italia.
    Oltre che dal Ministero, da altre regioni e provincie, dagli altri parchi del centro appennino e da varie altre istituzioni e associazioni.
    Il Parco non può non denunciare questa situazione, paradossale, di una Regione che fa dell’Orso il suo emblema nel mondo e fa molto poco, per non dire nulla, per tutelarlo.

    L?Ente Parco chiede quindi alla Regione Abruzzo di rivedere il Calendario Venatorio, recuperando le decisioni che favoriscono la piena tutela di una delle specie più rare al mondo, a rischio reale di estinzione, di incalcolabile rilevanza naturalistica (ed economica!) motivo di orgoglio degli abruzzesi e delle comunità del Parco Nazionale.
    L?Ente chiede anche che la Regione ponga in essere, quando deve adottare misure che in qualche modo incrociano gli interessi della conservazione, un effettivo e concreto percorso partecipativo, coinvolgendo innanzitutto le istituzioni interessate e quindi il Parco Nazionale.

    In questa circostanza l’Ente Parco non è stato affatto sentito, e non rilevano alcuni richiamati passaggi degli accordi Patom e convenzionali che, evidentemente, contengono previsioni di carattere generale, da verificare di volta in volta, rispetto alle situazioni contingenti, alle condizioni dell’orso marsicano, alle esigenze del plantigrado in quel determinato periodo, etc.
    Comunicato Stampa n. 73/2011

    Area protetta: PN Abruzzo, Lazio e Molise
    Web: http://www.parks.it/parco.nazionale.abruzzo
    Mittente: PN Abruzzo, Lazio e Molise
    Sito web mittente: http://www.parcoabruzzo.it

  • Stefano Orlandini scrive:

    Mi chiedo e chiedo al dott. Recchia …e’ vietata la caccia in braccata nelle aree contigue o e’ ancora permessa ??
    “5) Attività venatoria: il potenziale impatto delle attività venatorie dirette sull’orso è limitato ad una pratica venatoria, la caccia al cinghiale in braccata.” (rif. PATOM)

    Mi chiedo e chiedo al dott. Recchia….per una Regione Abruzzo realmente interessata alla conservazione dell’orso era un sacrificio troppo grande POSTICIPARE l’apertura della caccia al cinghiale SOLO IN QUESTE AREE ??

    Quale immane sforzo di volonta’ sara’ necessario per regolamentare l’attivita’ zootecnica quando non si e’ capaci nemmeno di regolamentare un’attivita’ di tipo ludico (la caccia al cinghiale..) che interessa al massimo un centinaio di persone e che non influisce sul loro reddito ??

    Vale la pena anche rischiare un solo esemplare di una specie ormai sull’orlo dell’estinzione ? Il caso dell’orso ritrovato seppellito a Scontrone e’ un classico caso di orso scambiato per cinghiale..
    Cio’ che realmente preoccupa e’ la mancanza del senso di urgenza che servirebbe per prendere TUTTI i provvedimenti che il PATOM raccomanda, cio’ che preoccupa e’ l’evidente disinteresse della Regione Abruzzo per la sorte del suo animale simbolo come evidenziato dal moltiplicarsi degli interventi strutturali in AREA ORSO dai fotovoltaici in Vallelonga a quello di Palena, dall’eolico di Pizzoferrato a quello proposto ad Introdacqua,dalla discarica di Valle dei Fiori al paventato fotovoltaico di Pescasseroli (Colli Bassi) in pieno PNALM. Tutti i messaggi che riceviamo sono negativi….NESSUN SACRIFICIO per l’orso ! Chiedo all’autrice di questo articolo di proseguire al dott Recchia che essendo responsabile dell’ ‘Ufficio Programmazione gestione faunistico venatoria’ e’ sicuramente uno degli attori di implementazione del PATOM (anche se non il solo ovviamente…)una semplice domanda..puo’ il Dott Recchia e magari anche il rappresentante del CFS nel medesimo comitato VIA (Dott Ranieri) segnalare a me e a tutti coloro interessati alla sorte del marsicano quali sono state le azioni messe in atto a difesa dell’orso dal momento in cui il PATOM e’ stato recepito dalla Regione ??
    Non sarebbe piu’ onesto per la classe politica regionale ed i suoi funzionari ammettere che l’orso e’ un lusso che non ci possiamo permettere ? Sarebbe una decisione degna di questo paese di merda (come giustamente ci ricorda il nostro Presidente del consiglio….)ma avrebbe il pregio della chiarezza e di una presa di responsabilita’

    Grazie per l’attenzione.

  • Tassi Franco scrive:

    Non salveremo l’Orso marsicano con lunghe procedure burocratiche, ansia di accontentare tutti e miopia acuta su ciò che sta accadendo in Abruzzo da qualche anno a questa parte. Senza uno scatto di generosità e una visione più ampia,si rischia di finire come con l’Orso dei Pirenei.
    Come mai non si trova mai nessun colpevole? Perchè non vengono resi noti i dati sugli individui perduti nell’Appennino Centrale nell’ultimo decennio? Al di là di progetti, riunioni, ricerche, cosa si è fatto davvero di concreto per l’Orso?
    Quanto all’atteggiamento della regione maggiormente interessata, esistono precedenti illuminanti che sarà bene far conoscere prossimamente…
    Gruppo Orso Italia