Riportiamo di seguito la posizione della Comunità del Parco Nazionale d’Abruzzo dopo il grave episodio della morte di un orso nel Parco Sirente Velino due giorni fa. Gli orsi marsicani, la cui popolazione principale si trova solo in un’area distribuita su Abruzzo, Lazio e Molise e consta di 40 individui, sono una specie a grave rischio di estinzione.
Il presidente della Comunità, Alberto D’Orazio ha posto l’attenzione sul PATOM, Piano d’Azione per la tutela dell’Orso bruno Marsicano che è un protocollo d’intesa firmato nel 2006, dalle Regioni Abruzzo, Lazio e Molise, dalle Province dell’Aquila, Frosinone, Isernia, Chieti e Teramo, dai 4 parchi abruzzesi, dall’Università “La Sapienza” di Roma, dal Corpo forestale dello Stato e Federparchi con l’impegno a collaborare e mettere in campo un Piano d’Azione interregionale per la tutela dell’orso Marsicano, che porti entro il 2020 ad un aumento numerico del 25% dell’intera popolazione di orso marsicano e ad una riduzione del 50% della mortalità.
“Il Patom non può continuare a rimanere un impegno di facciata”. Questo il commento del Presidente della Comunità del Parco, Alberto D’Orazio all’indomani della morte dell’orso trovato nei giorni scorsi sul Sirente, gravemente malato.
“Di fronte all’ennesima gravissima perdita, la riflessione non basta più – dice D’Orazio- è arrivato il tempo delle azioni concrete. Le criticità sono note e da tempo denunciate. Non possono essere affrontate soltanto dal Parco. Occorre l’impegno di tutte le istituzioni preposte, dalle Regioni alle Province ai Comuni del Parco ciascuno per le proprie competenze iniziando in primo luogo, a dare attuazione ai Piani d’Azione già condivisi come il Patom che non può continuare a rimanere un impegno di facciata senza alcuna concretezza. Non c’è più tempo da perdere”.
“Il Patom – conclude D’Orazio – dopo 6 anni non ha prodotto nessun risultato di rilievo. Tra problemi enormi come il terremoto e i tagli ai bilanci l’orso è scomparso dalla lista delle priorità delle regioni. Eppure quello che c’è da fare è tutto scritto chiaramente. Bisogna solo cominciare a metterlo in pratica”.
…purtroppo riguardo i cuccioli dell’altr’anno solo 3 sono sicuri. C’e chi dice ci sia un’altra femmina con un piccolo ma non e’ confermato nel rapporto finale redatto dal team dell’Universita’a fine censimento.
L operazione di prelievo e di rilascio di femmine in un altro parco nazionale non è un operazione semplice ma al contrario comporta molti rischi.
Come detto l area del pnalm ha una buona densità di orsi e questo spinge gli orsi piu giovani ad espandersi al di fuori del parco dove avviene la gran parte dei decessi.Per evitare dunque la mortalità di esemplari si potrebbe mettere da parte l orgoglio e rilasciare orsi ad esempio nella majella dove è già presente una piccola comunità e in un parco nazionale dovrebbero essere piu tutelati….
La cosa che preoccupa poi è questa malattia virale di cui non si sa ancora molto….
A me risulta che l anno scorso sia stata segnalata piu di una femmina con cuccioli,speriam bene.Comunque gli abitanti del parco ma dell abruzzo in genere dovrebbero far sentire piu la loro voce visto che l orso attira molti turisti dall italia e non solo e grazie al parco si è impedito l abbandono totale di queste meravigliose terre…..
ciao
Purtroppo Mattia le cose non sono cosi’ semplici….le femmine che possono riprodursi annualmente stante i numeri attuali della popolazione e il fatto che ogni femmina puo’ partorire solo ad intervalli di almeno 2 se non 3 anni non e’ di 15 ma bensi’ di 4 massimo 5 individui…. Quindi ne’ il Parco d’Abruzzo ne alcuno dei soggetti che si occupano dell’orso marsicano (team dell’Universita’ di Roma)autorizzera’ mai il prelievo nemmeno di una femmina da spostare altrove.La tua idea in teoria non e’ sbagliata ed e’ applicata in Nord America per favorire la ricolonizzazione di nuovi territori e l’espansione dell’habitat
dei grossi “grizzlies” ma il contesto e’ purtroppo grandemente differente dal nostro. Le dimensioni delle popolazioni di orsi nordamericani che fanno da serbatoio a questi progetti sono molto ma molto piu’ grandi ed i territori da colonizzare al riparo da minacce di distruzione. Tieni presente che a seguito della perdita di almeno 4-5 femmine negli ultimi 3 anni quest’estate in Abruzzo e’ stata rilevata la presenza di un’UNICA femmina con prole dell’anno !! I risultati del censimento organizzato dal Parco stranamente non sono stati ancora resi ufficiali a differenza degli anni precedenti…(forse proprio per non dover ammettere un’ulteriore peggioramento della situazione della specie e quindi un fallimento della politica di conservazione)Non ritengo il Parco il maggior responsabile dei ritardi delle iniziative che sarebbero utili da prendere …ed improrogabili… ma certo anche questa omerta’ non fa del bene al nostro orso, che avrebbe invece bisogno di qualcuno che urlasse un po’di piu’ per richiamare l’attenzione su una situazione ormai disperata.
Ciao
LO scorso ottobre ho visitato per la prima volta il pnalm e ne sono rimasto letteralmente affascinato per vari motivi e uno dei principali è la sola percezione della presenza dell orso.Leggendo le vostre interviste e documentandomi un po sappiamo che nel parco la presenza dell orso è buona e con densità non riscontrate in altre parti della terra i l problema dunque è l espansione della specie in altri territori soprattutto delle femmine che compiono meno km(diciamo cosi) rispetto ai maschi.Mi chiedo se nessuno abbia mai preso in considerazione di prelevare delle femmine dal pnalm(2-3 non di piu visto che nel pnalm sono una quindicina…)e rilasciarle in un parco limitrofo dove vi siano le condizioni migliori per creare una nuova piccola popolazione ma di rilevante importanza(majella,gran sasso o sirente velino).Non sarà un ‘espansione naturale ma con un aiutino da parte dell uomo a mio parere efficace( si veda la reintroduzione in trentino dove sembra le cose procedano per il meglio e nel giro di pochi anni la popolazione dei plantigradi è pressochè triplicata.Questo sarebbe un passo importante per la salvaguardia di questo meraviglioso animale
Bene …giustissime le parole di D’Orazio, ma chi e’allora che si mette di traverso all’applicazione del PATOM ? Vorremmo conoscere i nomi delle persone e delle istituzioni che portano la responsabilita’ di questa mancata applicazione del PATOM ….e’ colpa dell’assessore all’ambiente della Regione Abruzzo ? o del Ministero dell’Ambiente ? E’ forse il Parco stesso che e’ inadempiente perche’ non produce proposte ? O e’ la sorveglianza (il CFS) che per esempio non fa sloggiare o sequestra le mandrie al pascolo in zone di riserva integrale ? Oppure e’ la mancanza di fondi che impedisce l’affitto dei pascoli ? E che dire della mancata regolamentazione della caccia al cinghiale e dei funzionari della commissione VIA che autorizzano interventi strutturali in area orso distruggendone l’habitat ?…e le zone contigue …perche’ la normativa relativa e’ ancora soltanto sulla carta dopo decenni ?
Cara redazione di GAIANEWS dopo molti mesi durante i quali avete intervistato tutti coloro che si occupano dell’orso e tentano di salvarlo dall’estinzione forse e’ venuto il tempo di tirare le somme e rendere pubblico il nome di chi invece rema contro …. o no ?
Cordialmente…