Riceviamo e con piacere pubblichiamo una lettera del presidente dell’associazione per la salvaguardia dell’Orso Bruno Marsicano, al biologo Luigi Boitani, titolare della cattedra di Biologia della conservazione ed ecologia animale all’Università La Sapienza di Roma.
Caro Prof. Boitani,
ho apprezzato la sua intervista andata in onda su Servizio Pubblico (la trasmissione di Santoro) e che , per quanto breve, ha toccato alcuni punti cruciali della questione orso marsicano. Ne prendo spunto per alcune considerazioni da condividere con Lei e con tutti coloro che hanno a cuore la conservazione dell’orso marsicano, siano essi i professionisti, che hanno la responsabilità di gestire la residua minacciata popolazione, che quella parte di opinione pubblica, più vasta ed attenta di qualche anno fa , che all’orso vorrebbe veder dedicate le azioni concrete, efficaci e coordinate di cui si parla invano da almeno 15 anni a questa parte.
Salviamo l’Orso, l’associazione che rappresento, per quanto piccola ed ultima arrivata tra le ONG italiane che si occupano di conservazione del “marsicano” ha dimostrato in poco più di 2 anni di aver riacceso l’attenzione e le speranze di questa opinione pubblica che non si arrende al fatalismo di una fine annunciata per la specie più carismatica della fauna italiana, né all’idea che niente possa cambiare nella gestione di quella che ogni paese civile degno di questo nome considererebbe una vera e propria emergenza. Nella sua intervista, Lei accenna all’orso come parte del patrimonio nazionale, interpretando perfettamente in questo i nostri sentimenti (basta andare a rivedersi il manifesto d’intenti con cui l’associazione giustificava la sua costituzione nel Settembre del 2012), ma rileva come la mancanza di una gestione sovraordinata alle innumerevoli e conflittuali competenze amministrative paralizzi ogni decisione e impedisca provvedimenti efficaci. Nel dire ciò, caro Boitani, Lei sfonda una porta aperta: siamo infatti tutti d’accordo che la miriade di competenze in capo a soggetti diversi produce, da una parte, paralisi e, dall’altra, comodissimi alibi dietro i quali si nascondono non pochi professionisti della conservazione e delle aree protette italiane. Quello che però ci dispiace rilevare è che anche Lei poco ha fatto per sollevare pubblicamente il problema, né ha speso una sola parola quando questa associazione ha ripetutamente chiesto, prima di tutti al MATTM e poi all’AdG del Patom, alle Regioni Abruzzo, Lazio e Molise e al CFS, vale a dire a tutti coloro che si dividono la responsabilità delle politiche di conservazione dell’orso, un cambio di passo e un nuovo approccio che permettesse il superamento di questa paralisi decisionale ed esecutiva.
Caro Professore, immagino si renda conto che un suo pubblico intervento critico dell’attuale gestione dell’orso da parte del MATTM darebbe molta più forza alle richieste di Salviamo l’Orso e delle altre ONG che forse proprio grazie anche alla nostra azione sono tornate ad occuparsi di orso dopo un lungo periodo in cui hanno taciuto.
Che dire della sua affermazione circa il deludente risultato dei Progetti Life dedicati all’orso e finanziati con fondi europei ? Non è stato forse anche lei attore e gestore di questi programmi ? Perché, una volta resosi conto del loro sostanziale fallimento, non denunciarne con precisione i motivi e le cause così da non ripeterne gli errori, visto che una nuova richiesta di finanziamento sta per essere valutata a Bruxelles? Cosa ne pensa? Si sente di dire in piena sincerita’ che il prossimo Progetto Life sarà invece un successo, essendo stato concepito e sviluppato dopo una piena valutazione critica degli errori commessi nei precedenti LIFE? La conservazione dell’orso ha bisogno dei fondi europei, non può farne a meno visto la cronica mancanza di quelli nazionali, ma a maggior ragione questi vanno ben spesi e devono produrre risultati concreti e misurabili, cosa che invece, non è mai accaduta.
Caro Boitani, ci auguriamo che Lei possa intervenire più spesso e ad alta voce su questi argomenti, contribuendo a far chiarezza e spingendo la politica e il Ministero a farsi carico delle responsabilità che a loro spettano. L’Università e il mondo della ricerca scientifica hanno il dovere, secondo noi, oggi più che mai, di contribuire ad indirizzare anche le scelte politiche così come tentiamo di fare noi ONG purtroppo spesso inutilmente. La speranza e’ che questa doppia sollecitazione possa essere in grado di provocare il superamento dell’attuale fase di stallo e produrre una seria strategia di conservazione che si traduca finalmente in misure ed azioni concrete, la maggior parte delle quali, come Lei stesso dichiara nell’intervista, non richiederebbero nemmeno un ingente sforzo finanziario, ma solo una forte volontà politica.
Noi non ci arrendiamo. Non si arrenda nemmeno Lei e ci dia una mano a cambiare lo stato delle cose.
Cordiali saluti,
Stefano Orlandini
SALVIAMO L’ORSO
Montesilvano
06/12/2014