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Parchi e giardini aiutano chi soffre di demenza

Stare nel verde aiuterebbe gli anziani che soffrono di demenza a trascorrere un tempo più sereno con i propri cari stimolando l'emersione dei ricordi

Scritto da Redazione di Gaianews.it il 16.07.2014

Un nuovo studio, pubblicato sul Journal of the American Medical Directors Association, ha dimostrato che dedicarsi ad attività che permettono di stare in mezzo al verde fornisce benefici terapeutici per i pazienti affetti da demenza. La ricerca evidenzia infatti che gli spazi esterni offrono ambienti che procurano rilassamento, incoraggiano all’attività e riducono l’agitazione.

Anziano

Un gruppo di ricercatori della Medical School della University of Exeter, sostenuto dal National Institute for Health Research Collaboration for Applied Health Research and Care South West Peninsula (NIHR PenCLAHRC), ha rilevato che i giardini offrono spazi di accoglienza per interagire con i visitatori, stimolano i ricordi e creano opportunità di benessere per le famiglie e gli operatori.

Attualmente la demenza rappresenta un problema crescente della salute pubblica globale: i rapporti stimano 7,7 milioni di nuovi casi ogni anno. Quasi la metà delle persone anziane che vivono in case di cura soffrono di declino cognitivo, cifra che aumenta a più di tre quarti per coloro che alloggiano nelle case di riposo.

Rebecca Whear, autore principale dello studio, afferma: “C’è un crescente interesse nel migliorare i sintomi della demenza, senza l’uso di farmaci. Pensiamo che i giardini potrebbero recare molti benefici ai pazienti, fornendo loro una stimolazione sensoriale e un ambiente che produce ricordi. Gli spazi aperti non solo offrono l’opportunità di rasserenare gli animi in un ambiente rilassante, ma anche di ricordare le esperienze e le abitudini che hanno portato piacere in passato”.

La ricerca, che rappresenta il primo tentativo di riunire i risultati provenienti da 17 studi differenti, ha messo in evidenza diversi fattori che dovranno essere superati in futuro se gli spazi verdi verranno considerati utili per la cura di questo disturbo, ovvero la comprensione dei possibili rischi che un giardino o un parco possono rappresentare per i residenti e il personale, e la garanzia che gli abitanti abbiano il tempo di godere di uno spazio esterno nel suo pieno potenziale.

Nonostante i risultati positivi, gli autori dello studio hanno voluto sottolineare che quest’area di ricerca è attualmente poco studiata ed è sottovalutata dai politici. La dott.ssa Ruth Garside, coautore dello studio, ha dichiarato: “C’è molto che non sappiamo su come il design e l’impostazione di un giardino abbiano la capacità di influenzare il benessere, ma è chiaro che questi spazi devono offrire tutta una gamma di modalità di interazione, secondo le diverse preferenze ed esigenze delle persone. Vogliamo perseguire queste risposte per garantire che le esperienze di cura possono essere massimizzate per coloro che soffrono di demenza, i loro assistenti e le famiglie”.

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