Gli scienziati dell’LHC, l’acceleratore di particelle più grande del mondo, hanno già il forte sospetto di aver osservato la ‘particella di Dio’, ma entro due settimane potrebbero esserci delle grosse novità sullo sfuggente Bosone di Higgs. Infatti, il Cern si appresta a rilasciare ulteriori dati delle osservazioni fatte finora e attentamente elaborate da una fitta rete di calcolatori (e soprattutto di certosini ricercatori) in tutto il mondo.
Sarà allora che potremo sapere con maggiore certezza se abbiamo o no intravisto il bosone a lungo ricercato, che andrebbe a solidificare una teoria fisica e potrebbe contribuire a dare alcune risposte su come ha avuto origine l’Universo.
James Gillies, un portavoce del CERN di Ginevra, ha dichiarato lo scorso giovedì che gli scienziati rilasceranno i nuovi dati all’inizio del mese prossimo in una conferenza di fisica in Australia.
Gillies ha detto che la caccia al bosone di Higgs sta avanzando in gran segreto perché, mano a mano che i ricercatori studiano con attenzione i dati, “ancora non è chiaro cosa esattamente stanno vedendo.”
L’esistenza della particella è teorizzata sotto la principale teoria fisica delle particelle chiamata Modello Standard, che tra le altre cose ha una spiegazione per il Big Bang. Trovare il Bosone significherebbe confermare la teoria, mentre se non venisse trovato occorrerebbe riguardare al Modello Standard per capire cosa c’è che non va.
La particella è chiamata ‘di Dio’ perché spiegherebbe il perché della massa delle altre particelle. In pratica, è ciò che rende il nostro Universo così come lo vediamo, con galassie, soli e materia aggregata. Se non ci fosse l’effetto della massa delle particelle, non potrebbe esserci stato che un indistinto sciame di particelle dopo il Big Bang, cioé l’inizio dell’Universo.
“A dicembre abbiamo detto che ci sono stati indizi nei dati che potevano farci pensare a essere qualcosa cone il Bosone di Higgs, non non è ancora abbastanza per dire che si tratta di una scoperta”, ha detto Gillies.
Il 4 luglio, ha detto ancora Gililies, sapremo se c’è ancora da cercare, se abbiamo altri indizi ma non la pistola fumante oppure se potremo dichiarare formalmente di averlo scoperto.
Ed ognuna di queste possibilità, dice sibillino, potrà accadere.
Il Large Hadron Collider, la più grande macchina mai costruita dall’uomo, si trova in un tunnel ad anello di 27 km nei pressi di Ginevra, a cavallo della frontiera franco-svizzera, ad arriva a 175 metri di profondità.
Spara flussi di particelle che girano in senso contrario all’interno dell’anello e che vengono tenuti in una traiettoria curvilinea da potenti magneti raffreddati a temperature vicine allo zero assoluto.
Quando queste particelle si scontrano, producono fenomeni altrimenti visibili solo nelle reazioni nucleari delle stelle o all’inizio della formazione del nostro Universo, quando esistevano particelle completamente scomparse oggi, e che potrebbero rivelare molti segreti fisici all’umanità.