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Scoperta coda di dinosauro di 72 milioni di anni fa

In un deserto nel nord del Messico, un team di archeologi ha scoperto i resti fossili di una coda di dinosauro databile a 72 milioni di anni fa, secondo quanto riferito dall’Instituto Nacional de Antropologia e Historia del Paese (INAH)

Scritto da Leonardo Debbia il 24.07.2013

“Oltre all’ottimo stato di conservazione, la coda, di una lunghezza pari a 5 metri, è il primo ritrovamento del genere mai avvenuto finora in Messico”, ha orgogliosamente affermato Francisco Aguilar, direttore dell’INAH nello Stato di Coahuila.

Coda del dinosauro  Fonte: Instituto Nacional de Antropología e Historia (INAH)

Coda del dinosauro Fonte: Instituto Nacional de Antropología e Historia (INAH)

Il team, composto da archeologi e studenti appartenenti all’INAH e all’Università Nazionale Autonoma del Messico (UNAM), ha identificato il fossile come un adrosauro, o dinosauro “a becco d’anatra”.

I dinosauri della famiglia Hadrosauridae avevano infatti, come caratteristica predominante, la conformazione del cranio, che nella parte anteriore terminava con una sorta di largo becco, da cui la definizione “a becco d’anatra”. 

Si trattava di erbivori, la cui bocca era provvista di centinaia di denti, destinati alla triturazione del fogliame, fonte principale della loro nutrizione.

Ritenuti fino a qualche tempo fa dinosauri acquatici, per le loro code alte ed appiattite in senso verticale, tipiche degli animali nuotatori, ora questa assegnazione è stata rivista, grazie ad un più accurato studio – per l’appunto – della coda, che risulta sia stata invece poco flessibile, a causa dei tendini ossificati che dovevano renderla alquanto rigida, mentre le zampe, che erroneamente si credevano palmate, erano il probabile risultato di un appiattimento dei cuscinetti carnosi delle dita. 

Gli archeologi hanno riportato alla luce le 50 vertebre della coda, completamente intatte, nelle vicinanze della piccola città di General Cepeda, dopo una ventina di giorni trascorsi nel deserto ad asportare accuratamente la roccia sedimentaria che conteneva le ossa dell’animale.

Sparse attorno alla coda, che “probabilmente da sola, aveva una lunghezza pari a circa la metà del dinosauro” – come dichiara Aguilar – vi erano altre ossa fossilizzate, tra cui uno dei fianchi del dinosauro. 

Secondo l’INAH, i resti fossili di code di dinosauri sono relativamente rari. 

“Questa nuova scoperta servirebbe a comprendere meglio la famiglia Hadrosauridae e potrebbe anche aiutare la ricerca sulle malattie delle ossa che affliggevano i dinosauri e che somigliavano a quelle degli esseri umani”, ha affermato Aguilar. 

A tale proposito, gli studiosi hanno accertato già da tempo che i dinosauri soffrivano di patologie tumorali ed artrite.

Resti di dinosauri erano stati già rinvenuti in molte zone dello Stato di Coahuila, in aggiunta ad altri Stati del deserto messicano settentrionale, a sottolineare l’importante posizione dell’areale di distribuzione di queste specie.

“Abbiamo una storia paleontologica molto ricca”, ha aggiunto Aguilar, osservando che “durante il Cretaceo, conclusosi 65 milioni di anni fa, gran parte del territorio che attualmente costituisce il Messico centro-settentrionale era allora sulla costa”, collocazione geografica ideale che ha consentito ai ricercatori di riportare alla luce resti di dinosauri sia marini che terrestri.

La presenza dei resti di General Cepeda era stata segnalata all’INAH da gente del posto nel giugno 2012 ma, dopo le ispezioni iniziali, è stato possibile iniziare lo scavo soltanto ai primi di questo mese, più di un anno dopo.

I resti della coda saranno trasferiti a General Cepeda per la pulizia e ulteriori indagini.

 

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