Sarà lanciata ad ottobre la prima navicella spaziale europea predisposta per il rientro in atmosfera. Si chiama IXV (Intermediate eXperimental Vehicle), la stanno sviluppando a Torino, presso la Thales Alenia Space e dopo un test nel centro ESTEC dell’ESA nei Paesi Bassi, sarà lanciata dallo spazioporto Guiana Space Center (CSG), nella Guyana francese.
Come si legge nel comunicato l’Italia è il leader di questo consorzio di industrie europee , centri di ricerca e università che hanno sviluppato la navicella. Grazie al suo design aerodinamico, IXV è più facilmente manovrabile e grazie ad un sofisticato sistema di controllo si potrà controllare il rientro in atmosfera, che potrà avvenire grazie anche allo scudo termico che permetterà alla navicella di affrontare le altissime temperature dell’impatto con l’atmosfera.
La navicella è stata fortemente voluta dall’ESA e rappresenterebbe il primo sistema di rientro europeo.
Il lancio, previsto per il prossimo ottobre, avverrà grazie ad un lanciatore Vega che si separerà dalla navicella a circa 320 Km di altezza. Tutta la missione durerà circa 1 ora e 40 minuti. La navicella rientrerà nell’atmosfera e compirà un ammaraggio nell’Oceano Pacifico dove sarà recuperata da una nave. In teoria potrebbe essere utilizzata per altre missioni e nel tempo si riuscirà a farla atterrare anche su una pista.
“La progettazione e la costruzione di questa tecnologia stabilisce chiaramente che Thales Alenia Space è un punto di riferimento europeo nel trasporto spaziale e nei sistemi di rientro “, ha detto Luigi Maria Quaglino , Senior Vice President per l’esplorazione e la scienza di Thales Alenia Space “Inoltre spiana la strada per ulteriori sviluppi che porteranno a sistemi di nuova generazione.”
“IXV è un dimostratore che utilizza per il rientro atmosferico superfici aerodinamiche controllate automaticamente. Ciò significa che può atterrare planando, a differenza di ciò che accade con l’utilizzo di capsule, sul modello di Apollo. Ad ottobre si fermerà in acqua, ma in futuro potrebbe posarsi su una pista ed essere poi reimpiegato in nuove missioni”, ha aggiunto Quaglino.
“All’interno del prototipo – spiegano ancora Roberto Angelini, responsabile del Programma IXV e Vittorio Ancona, responsabile per l’integrazione e i test del veicolo – è montata una scatola nera, dove saranno raccolte tutte le informazioni. Oggi possediamo infatti moltissime analisi, ma ci mancano dati reali. Grazie alla missione, saremo in grado di fare un test sul campo e di ottenere informazioni preziose per le future applicazioni. Le possibilità di impiego del mezzo sono le più svariate”.