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Abruzzo, tubercolosi bovina e orso marsicano:
Gaianews.it intervista il presidente del Parco Carrara

Il Tavolo Tecnico sanitario del progetto Life Arctos si è riunito il 22 maggio scorso per dare indicazioni sulla gestione dell'emergenza tubercolosi bovina per l'orso marsicano in cui sono coinvolti Ministero dell'Ambiente e della Salute. Abbiamo intervistato il presidente del Parco d'Abruzzo, Antonio Carrara, presente alla riunione

Scritto da Federica di Leonardo il 01.06.2014

Il presidente del Parco Nazionale d’Abruzzo, Antonio Carrara, spiega a Gaianews.it come si sta fronteggiando l’emergenza scatenata  dalla morte di un’orsa a causa  della tubercolosi bovina nel territorio di  Gioia dei Marsi. Nel 2012 la stessa zona era stata interessata da un focolaio di tubercolosi sulle mandrie al pascolo. Gli eventi hanno messo in evidenza un vuoto normativo relativo al monitoraggio sanitario sui selvatici, e quindi alla gestione dei rischi sanitari dell’orso marsicano. Rischi che avrebbero la potenzialità di minare seriamente l’esistenza di quest’orso unico sul nostro pianeta.

orso marsicano

Il 22 maggio scorso, presso il Ministero della Salute si è tenuta una riunione del Tavolo Tecnico Sanitario. Questo tavolo di tecnici, nato in seno al progetto Life Arctos grazie alla collaborazione del Ministero della salute e voluto dalla Regione Abruzzo, si era già riunito una prima volta due anni fa.

“La riunione è durata a lungo, 6 ore, ma ha prodotto dei risultati importanti“, ha spiegato Carrara. “Il Ministero della Salute formalizzerà con un atto dirigenziale, comunicato anche al Ministero dell’Ambiente, la costituzione di un gruppo di lavoro ristretto e permanente che vada oltre il progetto Life Arctos, con rappresentanze importanti, fra cui quella dell’ISPRA, del Centro di referenza nazionale per le malattie degli animali selvatici, dell’Istituto zooprofilattico di Teramo. Questo gruppo fungerà da elemento di unione fra il Ministero dell’Ambiente e della Salute per ciò che concerne la conservazione dell’Orso bruno marsicano”.

Uno degli obiettivi principali individuati è stato quello di comprendere se ci sia relazione fra l’episodio di tubercolosi bovina sulle vacche del 2012 e quello della morte dell’orsa del mese scorso. A questo proposito il presidente ha spiegato che “si è deciso che si effettuerà la tipizzazione dei micobatteri della tubercolosi, sia del focolaio delle vacche del 2012 che dell’orsa morta in marzo (per cui le analisi richiederanno più tempo) per verificare se ci sia effettivamente una relazione.  Le analisi saranno condotte da un Centro di referenza nazionale per la tubercolosi che si trova a Brescia.”

Orso marsicano e emergenza sanitaria

Una volta avuti questi elementi il gruppo di lavoro si riunirà per dare indicazioni più specifiche sul da farsi.

Ma come saranno gestiti i pascoli in attesa dei risultati? “Ho chiesto durante la riunione se fosse il caso, in via cautelativa e vista la drammaticità della situazione,  di sospendere l’uso dei pascoli,  nei comuni di Gioia e Lecce dei Marsi, almeno fino a quando non saranno resi noti i risultati delle tipizzazioni,” ha raccontato il presidente del Parco, insediatosi pochi mesi fa e già alle prese con problemi complessi.

Spiega infatti Carrara che “Le norme attuali hanno come finalità la tutela della salute umana e non ci sono norme ad hoc per la tutela della fauna selvatica: questo è un problema. Non essendo io un tecnico, pur prendendo atto che nella zona, come dimostrato durante la riunione, sono stati effettuati tutti i controlli, devo però rilevare che purtroppo la tubercolosi c’è.  Quindi pur avendo fatto tutto quello che c’era da fare, forse bisogna ugualmente rilevare che c’è qualcosa che non va e visto lo stato attuale delle norme è comprensibile che la situazione sia piuttosto complessa.

“Inoltre”, ha aggiunto Carrara, “va sottolineato che stiamo parlando del caso di un orso morto di tubercolosi: si tratta di un caso estremamente grave visto che l’orso è una specie protetta da normative europee e a grave rischio di estinzione, ma va anche detto che non è certo la prima volta che un animale selvatico muore di tubercolosi. Finora però il problema non è stato affrontato perché il danno riguardava specie non in pericolo di estinzione.”

Il Parco ha già scritto a Lecce e Gioia dei Marsi chiedendo in via cautelativa di chiudere il pascolo fino a quando non saranno noti i risultati delle analisi, e non si conosceranno i pareri del gruppo di lavoro permanente. Un’altra lettera era già stata inviata a tutti i paesi chiedendo di rimandare l’uscita della vacche al pascolo fino alla riunione del 22 maggio. Ora starà ai sindaci emanare un’ordinanza che sospenda il pascolo in attesa dei risultati, per tutelare sia il bestiame domestico che la fauna.

“Vorrei sottolineare”, conclude Carrara, “che non si tratta di scaricare la responsabilità su un ente o un altro. Il problema e le soluzioni devono essere condivise e dobbiamo tentare di evitare le conflittualità: si tratta, vista la novità e l’eccezionalità della situazione di individuare delle vie finora mai percorse.

Il gruppo di lavoro si occuperà anche di strategie di lungo periodo mettendo a punto i criteri per  un monitoraggio sulla fauna selvatica e realizzando un apposito piano.

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