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In Giappone riparte il primo reattore nucleare da Fukushima (tra le proteste)

Scritto da Redazione di Gaianews.it il 02.07.2012

Centrali nucleari in GiapponeIn Giappone riparte il primo reattore nucleare dopo l’incidente di Fukushima. Un’ondata di manifestazioni questo fine settimana ha invaso le strade davanti all’ufficio del primo ministro a Tokyo e in tutto il paese, anche davanti alla centrale nucleare di Ohi. C’è stata anche tensione quando i manifestanti anno cercato di impedire l’ingresso e l’uscita dei lavoratori dall’impianto nucleare.

Domenica è stato riacceso un reattore dell’impianto nucleare di Ohi, lungo costa occidentale del Giappone, il primo reattore a tornare funzionante dall’incidente nucleare dello scorso anno a Fukushima Daiichi, a causa del distruttivo tsunami.

Dopo il terribile terremoto del marzo del 2011 i reattori sono stati tutti messi gradualmente in standby fino ad arrivare alla disattivazione di tutti i reattori nel paese, un evento che molte associazioni ambientaliste avevano salutato con gioia.

Il riavvio di Ohi secondo il governo e i gestori della centrale eviterà terribili carenze energetiche e sosterrà l’economia, ha detto il Primo Ministro Yoshihiko Noda. Ma la riaccensione ha diviso il paese, mettendo in evidenza il crescente sentimento antinuclearista che sta crescendo nel Paese del Sol Levante.

Un altro reattore della entrale di Ohi dovrebbe ripartire alla fine di questo mese.

Intanto, una manifestazione davanti all’ufficio del primo ministro Noda ha raccolto circa 17 mila manifestanti secondo la polizia, anche se gli organizzatori hanno parlato di circa 200.000 persone.

Il governo centrale però non sembra essere impressionato dalle prove di forza dei movimenti ambientalisti e dell’opinione pubblica, e non c’è probabilmente alcuna chance – per ora – che le proteste possano causare un ripensamento sul riavvio dei reattori nucleari.

In Giappone le proteste di piazza sono molto rare, in quanto la gente tradizionalmente rispetta l’autorità.

In un sondaggio del Pew Research Center all’inizio di giugno aveva rivelato che il 70 per cento dei giapponesi si dice favorevole a una riduzione della dipendenza del Paese dal nucleare.

Domenica gli ingegneri di Ohi hanno rimosso le barre di controllo che impediscono le reazioni di fissione nucleare dei nuclei di uranio. Questo significa che la temperatura del nocciolo inizierà a crescere e che nel giro di pochi giorni si potranno riattivare le turbine a vapore che arriveranno a produrre circa 1180 megawatt alla rete elettrica del paese.

I motivi che hanno portato alla riaccensione sono le previsioni del governo sulla carenza di energia durante l’estate torrida, che potrebbe rallentare la produzione in una regione fortemente industrializzata.

Il riavvio avviene in un momento in cui i politici in Giappone stanno progettando il futuro energetico del paese. Il cosiddetto Consiglio sull’Energia e l’Ambiente sta discutendo tre opzioni: Entro il 2030, l’energia nucleare rappresenterà tra il 20 al 25 per cento della quota totale di energia elettrica del Giappone, oppure il 15 per cento, oppure lo zero per cento. Il Consiglio dovrebbe giungere ad una decisione nel mese di agosto.

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