Secondo una ricerca condotta dall’Università Cattolica Agostino Gemelli e della Harvard University di Boston ci sarebbe una relazione fra calcoli renali e infarto. Soprattutto nelle donne la presenza di calcoli renali aumenta del 30% la possibilità di sviluppare patologie cardiovascolari. Secondo gli esperti quindi sarebbe necessario aumentare lo screening in questa popolazione.
Lo studio è stato condotto su 240mila persone seguite per un periodo di 24 anni. La ricerca è stata pubblicata su Journal of American Medical Association (JAMA).
45.748 uomini e 196.357 donne, tutti privi di segni di malattia cardiaca all’inizio dell’indagine, sono stati seguiti. “Il campione è stato seguito nel tempo per vedere se sviluppava malattia delle coronarie (infarto del miocardio o sviluppo di malattia coronarica, che necessitasse rivascolarizzazione con angioplastica o con by-pass aorto-coronarico). Sul totale di 242.105 partecipanti, 19.678 hanno riferito di aver sofferto di calcoli renali nel corso della propria vita”, si legge sulla rivista.
Gli uomini sono stati seguiti per 24 anni e le donne per 18. Sono stati registrati 16.838 casi di malattia delle coronarie. Dai risultati emerge che le donne hanno un rischio più alto del 30% di sviluppare malattie cardiovascolari.
Il professor Pietro Manuel Ferraro ha spiegato: “È difficile spiegare perché la stessa associazione non è stata evidenziata per il sesso maschile, ma fattori ormonali o relativi alla composizione dei calcoli renali potrebbero spiegare questi risultati. I pazienti affetti da calcoli renali sono a maggiore rischio di sviluppare eventi cardiaci.”
Giovanni Gambero, direttore del centro che ha ospitato al ricerca ha spiegato: “Sulla base di tale informazione potrebbe essere utile un rigoroso screening dei fattori di rischio cardiologici in questa popolazione”.