L’Italia è prima nella biodiversità in Europa, secondo il Ministero dell’Ambiente. Sono infatti ben 56 mila le specie animali presenti in Italia secondo i dati del ministero. Ben il 98% sono insetti e altri invertebrati, mentre i mammiferi sono rappresentati da ben 118 specie diverse. Tra le piante, le foreste più significative dei parchi nazionali sono faggete e querceti, che danno un valido contributo alla lotta contro l’effetto serra.
Dalla ricerca emerge che pur occupando meno del 5% del territorio, i parchi ospitano il 12,8% degli habitat, il 12,8% di diversi habitat, il 36% delle foreste, il 18% di rocce e grotte il 28% delle torbiere e paludi, il 21% delle specie di flora e il 67% delle specie di fauna tutelate
Ma a cosa servono queste aree in termini di beni e servizi ecosistemici, quei servizi che la natura ci fornisce “gratuitamente”?
“Nei territori dei soli Parchi vengono accumulate 5,1 tonnellate di carbonio” si spiega nella nota, “e in più per ogni ettaro di superficie rispetto al territorio nazionale (6 tonnellate nel 2020): alcuni boschi hanno una capacità di accumulo doppia rispetto alla maggior parte degli altri habitat. Le faggete contribuiscono per il 21% del carbonio totale stoccato contro la superficie dell11%.”
Inoltre i parchi frenano il consumo di suolo; a livello nazionale, circa il 17% dei boschi si è trasformato in superfici artificiali, mentre nei Parchi la percentuale è ridotta (4,5%), grazie alla gestione degli Enti Parco.