Foto Maria di Gregorio
Un nuovo studio pubblicato su Ecological Indicators esplora la sensibilità di prati e piante forestali al diminuire degli habitat e all’isolamento nel centro-nord dell’Europa giungendo alla conclusione che un cambiamento irreversibile nelle specie vegetali dominanti potrebbe essere già in corso sia nelle foreste che nelle praterie, ma queste ultime sarebbero meno vulnerabili delle prime.
Una teoria ecologica generale suggerisce che riducendo le dimensioni di un habitat e isolandolo dagli habitat simili circostanti si ridurrà la dimensione della popolazione delle specie vegetali. L’ isolamento o la frammentazione, è una caratteristica comune dei paesaggi agricoli europei e le relazioni suggeriscono che ad oggi resta solo lo 0,4-1,1% di prateria originale.
Mentre alcuni studi scientifici hanno rivelato il legame tra le dimensioni degli habitat e le dimensioni della popolazione nelle foreste, l’effetto sulla prateria è meno chiaro. La sensibilità delle piante forestali sembra anche variare a seconda delle specie, portando gli scienziati a esaminare più da vicino le ragioni che scatenano questo fenomeno. Tuttavia, può essere difficile separare gli effetti dell’ isolamento e delle dimensioni dell’habitat da quelli del deterioramento della qualità dell’habitat, cioè l’uso dei terreni.
Gli scienziati hanno raccolto dati pubblicati su come specie vegetali in 19 studi precedenti, hanno risposto ad una riduzione della superficie degli habitat e ad un maggiore isolamento. In totale, hanno osservato 351 specie di piante, 177 delle quali erano specie forestali e 174 delle quali sono specie di prateria.
Hanno poi cercato di stabilire la gravità dell’impatto per ogni specie (positivo o negativo) e tre diverse caratteristiche: durata, modalità di riproduzione e peso dei semi.
Nel complesso, le specie forestali sono risultate essere più sensibili ai cambiamenti di habitat e di isolamento rispetto alle specie della prateria. Fra le 121 specie sensibili , 89 erano delle foreste e 32 delle praterie. Allo stesso modo, delle 128 specie trovate ad essere sensibili all’isolamento, 88 provenivano da foreste rispetto alle 40 dalle praterie.
Le relazioni tra caratteristiche particolari di specie e habitat sono più complicate. Le specie molto longeve e le praterie sembrano essere più sensibili alla diminuzione degli habitat rispetto alle specie di breve durata (annuali e biennali), ma questo non è il caso delle specie forestali.
I risultati suggeriscono anche che i ‘cloni’ delle piante, soprattutto quelle che si riproducono asessualmente, sono stati più sensibili ad una diminuzione nelle dimensioni degli habitat nelle foreste e nelle praterie rispetto alle altre piante che si riproducono per dispersioni di semi o di spore. Questo risultato, che contrasta con studi precedenti, può essere collegato ad una capacità inferiore a diffondersi nel nuovo habitat.
Le differenze di peso dei semi a livello delle specie non hanno rivelato alcun legame con la zona dell’habitat, ma un forte legame con l’isolamento. Sorprendentemente, le specie forestali con semi grandi sono più sensibili rispetto a quelle con piccoli semi, mentre il contrario è vero per le specie di prateria.
I ricercatori concludono che un’ ulteriore diminuzione degli habitat e la crescente frammentazione nelle foreste europee e nelle praterie potrebbero portare ad un cambiamento irreversibile nelle specie presenti, magari con conseguenti estinzioni locali.