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Freganismo: come imparare a ridurre gli sprechi

La ricetta anti-spreco è fornita da Tristram Stuart, attivista per il cibo che lotta per ridurre i consumi elevati

Scritto da Ada Caserta il 23.11.2012

Circa un terzo del cibo consumato in Europa viene sprecato.  Per non parlare degli Stati Uniti dove ogni anno 40 milioni di tonnellate di cibo, sufficienti per sfamare 1.000 milioni di esseri umani che soffrono la fame, finiscono nella spazzatura. Complice la crisi economica, la mancanza di cibo è divenuta una realtà anche nei paesi europei, dove più di 43 milioni di persone non ricevono i nutrimenti adeguati.

La soluzione a questo grosso problema la fornisce Tristram Stuart, convinto sostenitore che la salvezza del pianeta sarà possibile se il cibo verrà adeguatamente distribuito. Stuart ha iniziato un percorso contro lo spreco, selezionando i suoi pasti dai cassonetti dei supermercati e dando vita così al ‘freganismo’: gruppo di protesta contro lo stile di vita consumistico che crede nel recupero degli scarti. “Il movimento – afferma Stuart – scomparirà quando raggiungeremo il nostro obiettivo e non troveremo più cibo utilizzabile nei cassonetti della spazzatura”.

Dal 2009, quando Stuart ha iniziato la sua missione, l’ONU ha preso numerosi provvedimenti in materia e ha proposto di ridurre del 50% lo spreco di cibo entro il 2025. L’Unione Europea, su questa linea, ha realizzato la ‘Settimana per la Riduzione dei Rifiuti’, dal 17 al 25 novembre, promossa in oltre 21 paesi. 

Stuart, dal canto suo, compie azioni collettive chiamate ‘Feeding the 5000’, sono appuntamenti nelle piazze di grandi città dove vengono serviti piatti interamente cucinati con ingredienti che altrimenti verrebbero sprecati. Dal primo di questo appuntamenti, realizzato a Londra a Trafalgar Square, è passato circa un anno. La manifestazione ha avuto successo ed eventi di questo tipo si sono moltiplicati. Il prossimo appuntamento è nella città di Dublino presso il Wolf Tone Park, dove saranno preparati 5.000 pasti caldi e vegetariani, realizzati con verdure fresche deformi che altrimenti andrebbero sprecate, oltre a tanto curry e succo di mele.

Stuart è convinto che la soluzione al problema deve partire da noi stessi e dalle nostre case: “abbiamo un grande potere in quanto cittadini e consumatori. Ognuno è libero di seguire la propria ricetta per agire, le opzioni sono molte. Dal fare la spesa con una lista di ciò che è strettamente necessario, fino a non lasciarci sedurre dal ‘Natale perpetuo’ che c’è sugli scaffali dei supermercati. Si può cucinare riutilizzando gli alimenti che andrebbero sprecati e attuare il compostaggio dei rifiuti della spazzatura organica. Si può anche fare pressione sui negozi, chiedendo ai gestori cosa fanno degli scarti o della crosta del pane. O insistere sul perché tutte le mele sembrano uguali …” .

Questa pressione da parte dei consumatori, secondo Stuart, è stata utile affinché una catena di supermercati inglese riducesse fino al 40% il cibo sprecato. E soprattutto, in questo modo, i consumatori hanno una possibilità in più, quella di scegliere se comprare cibo o frutta di peggior aspetto, sicuramente commestibile e a minor prezzo. 

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