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I terreni agricoli esistenti potrebbero sfamare più di 4 miliardi di persone

Scritto da Redazione di Gaianews.it il 05.08.2013

Una nuova ricerca dell’Università del Minnesota dimostra che se utilizzassimo i prodotti dell’agricoltura solo per nutrire gli esseri umani e non per gli allevamenti o il carburante si potrebbero sfamare più di 4 miliardi di persone.

I campi agricoli nel mondo potrebbero sfamare il 70% degli abitanti del pianeta, molto di più di quanto non facciano ora, se producessero esclusivamente alimenti per il consumo umano, secondo una nuova ricerca condotta dall’Istituto per l’ambiente dell’Università del Minnesota.

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Anche un piccolo, parziale spostamento delle colture intensive per il bestiame potrebbe aumentare l’efficienza agricola e fornire cibo per milioni di persone, secondo lo studio.

“Abbiamo in sostanza scoperto una sorprendente abbondanza di cibo per un mondo affamato, nascosto in bella vista nei terreni agricoli che già coltiviamo”, dice Emily Cassidy, autore principale del documento pubblicato in Environmental Research Letters. “A seconda della misura in cui gli agricoltori e i consumatori sono disposti a cambiare le pratiche attuali, le coltivazioni esistenti potrebbero sfamare milioni o addirittura miliardi di persone.”

La domanda per le colture è destinata a raddoppiare entro il 2050, la popolazione cresce e un crescente benessere aumenta il consumo di carne. La carne è una grande minaccia alla sicurezza alimentare, perché ci vogliono fino a 30 calorie vegetali per produrre una singola caloria di carne. Inoltre, le colture sono sempre più utilizzate per i biocarburanti, piuttosto che la produzione di alimenti. Questo studio ha cercato di quantificare il beneficio per la sicurezza alimentare che verrebbe conseguito se alcuni o tutti i terreni utilizzati per la produzione di mangimi fossero riassegnati a produrre direttamente cibo per le persone.

Cassidy e i colleghi hanno prima mappato l’estensione e la produttività di 41 colture più importanti tra il 1997 e il 2003, calcolando l’efficienza di conversione dell’ alimentazione animale utilizzando dati del Department of Agriculture degli Stati Uniti. I ricercatori hanno ipotizzato che gli esseri umani hanno bisogno di una media di 2.700 calorie al giorno.

Dai risultati emerge che solo il 12 per cento delle calorie vegetali utilizzati per l’alimentazione animale diventano calorie consumate dagli esseri umani.
Solo il 55 per cento delle calorie delle colture di tutto il mondo nutrono direttamente le persone.
Solo l’agricoltura degli Stati Uniti potrebbe sfamare un ulteriore 1 miliardo di persone, spostando le calorie delle colture al consumo umano diretto.
Se calcolato sulla base delle proteine piuttosto che delle calorie, i risultati sono stati simili. Per esempio, di tutte le proteine ​​vegetali prodotte, il 49 per cento finisce nella dieta umana.
Oltre ai risultati globali, il team di ricerca ha esaminato l’allocazione delle calorie raccolte in quattro paesi chiave: India, Cina, Brasile e Stati Uniti e hanno scoperto che, mentre l’India destina il 90 per cento delle calorie all’alimentazione delle persone, gli altri tre destinano ne destinano solo il 58 per cento, il 45 per cento e il 27 per cento, rispettivamente.

I ricercatori, conoscendo bene gli interessi economici coinvolti, hanno dimostrato che anche un parziale spostamento della finalità delle coltivazioni, trarrebbe beneficio della sicurezza alimentare. Quantificando l’impatto di diverse strategie, hanno scoperto che il passaggio dalle colture intensive per produrre mangimi per allevare maiali e polli potrebbe alimentare 357 milioni di persone, e il passaggio da una dieta che includono uova e latte potrebbero alimentare ulteriori 815 milioni di persone.

I ricercatori hanno sottolineato che non stanno facendo prescrizioni dietetiche o raccomandazioni, solo sottolineando i vantaggi nella produzione alimentare.

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  • catia scrive:

    Dall’articolo “I terreni agricoli esistenti potrebbero sfamare più di 4 miliardi di persone”da voi pubblicato su Gaianews
    I dati riportati dall’articolo citato potrebbero essere totalmente rivisti in positivo se si sbloccasse la vicenda che riguarda la tecnologia Hyst (Hypercritical Separation Technology).E’ una tecnologia tutta italiana che potrebbe sfamare i PVS con la lavorazione dei solo scarti agro-alimentari, producendo farine ricche di nutrienti per gli uomini e gli animali.
    Le farine ottenute lavorando le biomasse con questa tecnologia sono ad alto contenuto proteico e vitaminico al di sopra degli attuali prodotti in commercio sia per uso umano che zootecnico (certificato da Ministeri e università italiane) e rispondono perfettamente al problema di denutrizione e malnutrizione.( http://bit.ly/1bye1gE)
    Inoltre, sempre dagli scart,i si possono produrre biocarburanti di seconda generazione,che ancora in tutto il mondo si cerca di produrre.
    Il processo Hyst di lavorazione delle biomasse non ha NESSUN impatto ambientale e a costi bassissimi! Quindi, senza andare a intaccare le risorse alimentari ( i chicchi di cereali non verrebbero più sottratti, come accade ora, all’ alimentazione per produrre biocarburanti di prima generazione), lavorando i soli scarti si può ottenere CIBO PER TUTTI ED ENERGIA.
    Purtroppo proprio per la validità della tecnologia Hyst,l’associazione Scienza per Amore che ne ha finanziato la ricerca, e che promuove il progetto umanitario a esso legato (si veda: bitsoffuture.org ), ha subìto pesantissimi attacchi mediatici che hanno creato grave danno agli associati e alle loro attività ostacolando il progetto stesso.
    In qualità di socia della suddetta associazione sento la necessità di difendere e divulgare con mezzi leciti e pertinenti questa straordinaria tecnologia con la verità che il fango gettato dai media oscura.
    Spero di averla incuriosita al punto di voler verificarne la veridicità di quanto sopra detto e nel caso volesse approfondire può contattarmi a questo indirizzo mail.
    Cordiali saluti
    Catia Frau

  • rinus scrive:

    in effetti ci sono milioni di kmq che rimangono incolti,essendo privi di acqua per irrigare. Quindi prima pensiamo a creare infrastrutture come canali ,dighe, tubazioni.
    Guarda caso questo problema è presente in Africa, dove maggiore è la scarsità di cibo.
    Ma forse ci sono degli interessi che non desiderano questo. Basterebbero alcuni anni di vera fame per fare diminuire la popolazione… per cui sarebbe eliminato il problema delle derrate alimentari

  • Fabio Pasquarella scrive:

    Matematicamente giusto, ma possibile che invece di modificare un equilibrio nutrizionale (che per inciso comunque non viene rispettato) nessuno dica a gran voce che la terra è in sovrappopolazione e che la distribuzione alimentare è totalmente squilibrata?