ROMA – L’Istituto Superiore di Sanità insieme all’Istituto Nazionale per le Malattie Infettive (INMI) “Lazzaro Spallanzani” hanno appena pubblicato uno studio su una possibile cura contro la tubercolosi. I ricercatori italiani vogliono sfruttare l’autofagia cellulare, un processo naturale che serve a riciclare materiale estraneo o semplicemente non più utile all’interno della cellula, per sviluppare un vaccino per la tubercolosi.
I ricercatori hanno utilizzato il meccanismo dell’autofagia per mettere a punto un adiuvante vaccinale contro il Mycobacterium tuberculosis (Mtb), l’agente eziologico della tubercolosi. Nel lavoro, pubblicato sulla rivista specializzata Autophagy, è stato monitorato il fenomeno dell’autofagia in cellule dendritiche umane infettate.
L’autofagia, un processo biologico che determina la degradazione o il riciclaggio di componenti della cellula stessa, siano essi organelli o macromolecole, svolge anche un ruolo fondamentale nell’eliminazione di patogeni intracellulari e nell’induzione della risposta immunitaria adattativa.
“I risultati di questo studio – dice Eliana Coccia del Dipartimento Malattie Infettive Parasittarie e Immomediate dell’ISS – individuano negli induttori dell’autofagia, finora utilizzati in altri campi applicativi, come l’oncologia e i trapianti, una nuova classe di molecole con proprietà immunoadiuvanti in grado di potenziare la risposta del sistema immunitario verso un patogeno così complesso come Mtb”.
E’ stato inizialmente osservato che, a differenza di altri sistemi cellulari finora studiati, nelle cellule dendritiche primarie umane è presente un’elevata attività autofagica basale che è verosimilmente associata alla funzione di presentazione dell’antigene peculiare in queste cellule. Successivamente all’internalizzazione del tubercolare è stato osservata una forte riduzione di questo processo, cosa che non avviene nelle cellule infettate con il ceppo vaccinale BCG.
“Questo evento – spiega Gian Maria Fimia del Laboratorio di Biologia Cellulare dell’Istituto Nazionale per le malattie IRCCS – determina un blocco della fusione dei fagosomi contenenti Mtb con i lisosomi, distretto in cui avviene il killing del patogeno. Questi risultati suggeriscono che la capacità di Mtb di alterare il flusso autofagico potrebbe rientrare in una strategia di immunoevasione messa a punto da questo patogeno per bloccare la presentazione antigenica da parte delle cellule dendritiche e, di conseguenza, un’efficace espansione della risposta T effettrice”.
La tubercolosi
La Tubercolosi rimane una minaccia per la salute globale. Secondo l’ultimo rapporto dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, la tubercolosi colpisce ogni anno 8 milioni di individui in tutto il mondo. E’ noto ormai da tempo, che per contrastare malattie facilmente trasmissibili, come la tubercolosi, la strategia che risulta più vantaggiosa sia dal punto di vista dell’efficacia che dal punto di vista economico è una valida vaccinazione. Tuttavia l’unico vaccino attualmente in uso per controllare la diffusione della tubercolosi è un ceppo attenuato di Mycobacterium bovis (BCG) che mostra una protezione parziale. Il ceppo vaccinale BCG è infatti in grado di ridurre l’incidenza della tubercolosi cerebrale nella prima infanzia, ma non di proteggere adolescenti e adulti contro la forma predominante di tubercolosi, ovvero quella polmonare.