Prima della fine dell’ultima era glaciale il mondo era popolato da giganti: certo, i dinosauri erano spariti già da un pezzo, ma grandi mammiferi che avevano ben poco da invidiare loro erano diffusi su tutto il globo, sia predatori che prede. Luoghi remoti e gelidi come le Alpi e la Russia potevano vantare popolazioni di leoni, iene e di grandi erbivori che oggi sopravvivono solo a latitudini tropicali o equatoriali, e spesso si trattava di varietà più grandi e robuste di quelle a noi familiari, adatte a vivere in climi freddi ed impervi. Come l’Elasmoterio (Elasmotherium), un immenso rinoceronte vissuto in Asia, e protagonista dell’articolo di oggi.
I resti fossili di Elasmoterio confermano la sua esistenza in un lasso di tempo compreso fra i due milioni e mezzo ed i cinquantamila anni fa, sebbene alcuni storici abbiano scoperto indizi e leggende in giro per l’Asia che potrebbero indicare che piccole popolazioni di questo grande erbivoro sia sopravvissute fino a tempi storici o proto-storici: l’aspetto generale dell’Elasmoterio era quello tipico del rinoceronte, ma presentava anche diverse caratteristiche anatomiche non presenti nelle specie di questa famiglia ancora esistenti. Innanzitutto la dentatura: l’Elasmoterio viveva nelle steppe e nelle taighe e si ritiene che sopravvivesse principalmente grazie ad una dieta a base di erba e vegetazione a fusto basso, ragion per cui aveva sviluppato una dentatura simile a quella dei cavalli, con incisivi anteriori molto sviluppati e canini atrofizzatisi fino a scomparire, una teoria ulteriormente rafforzata anche dalla struttura delle zampe, più lunghe ed adatte a spostamenti su lunga distanza rispetto alla media dei rinoceronti, ma molto simili a quanto si vede in animali che passano la vita in movimento alla ricerca di vegetazione da brucare.
In termini di dimensioni l’Elasmoterio era davvero impressionante, con una lunghezza massima di circa sei metri, un’altezza al garrese (ossia alla spalla) di due o più, ed un peso stimato di circa cinque tonnellate: per capirci, era grande quasi quanto il celeberrimo Mammuth Lanoso. E parlando di pelo, quasi certamente a differenza dei rinoceronti attuali l’Elasmoterio era coperto da uno strato di spessa peluria che lo aiutava ad isolarsi dal freddo durante i gelidi inverni dell’Era Glaciale, e di uno spesso strato di grasso che fungeva da isolante termico aggiuntivo.
Naturalmente, un rinoceronte di tali dimensioni aveva un apparato offensivo-difensivo in proporzione: nel cranio dell’Elasmoterio è presente un grande “bulbo” osseo che fungeva da punto di appoggio ad un enorme corno di cheratina che, essendo interte e separato dal cranio poteva certamente essere usato come arma sia per difendersi dai predatori, come gli enormi leoni della steppa grandi anche il doppio dei leoni africani contemporanei, e in combattimenti rituali con altri membri della specie. Siccome la cheratina però non fossilizza facilmente non siamo sicuri della forma del corno, magrado la sua presenza sia cosa quasi certa. In ogni caso, l’Elasmoterio era probabilmente dotato di uno dei corni più grandi in possesso di un erbivoro dall’estinzione dei dinosauri Ceratopsidi. Tuttavia, l’Elasmoterio non era il rinoceronte più grande mai vissuto: l’Indricoterio, vissuto circa 30 milioni di anni fa sempre in asia, era grande quasi il doppio, ma privo di corna, quindi almeno quel record rimane in mano a questo gigantesto erbivoro glaciale.
Come molti grandi animali dell’epoca, l’estinzione dell’Elasmoterio è da imputare alla riduzione del suo habitat causato dal cambiamento climatico che ha posto fine all’ultima Era Glaciale: probabilmente, invece, non ha mai rappresentato una preda così tanto ambita da attirare regolarmente le attenzioni dei nostri antenati cacciatori, e non ci sono prove concrete a sostengno della possibilità che sia stato ridotto sull’orlo dell’estinzione dai primi uomini.