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Il lato oscuro dell’impero della soia
Il Land grabbing e l’allevamento intensivo

Qualche mese alcuni operatori di CIWF sono andati in Argentina, uno dei maggior produttori di soia al mondo, per raccogliere informazioni e testimonianze di chi sta vedendo la propria terra impoverirsi e i propri figli ammalarsi

Scritto da Annamaria Pisapia, Direttrice CIWF Italia il 26.03.2014

Tonnellate e tonnellate di soia vengono prodotte in Argentina e caricate su navi per nutrire bovini, suini e polli confinati negli allevamenti intensivi di tutto il mondo.
Nessun beneficio per le persone che abitano e lavorano questi campi da generazioni. Abbiamo intervistato alcuni esperti e chiesto direttamente alle persone: “i pesticidi sono un’arma mortale, un’arma silenziosa”. Così ci ha raccontato una donna. Annientano tutto ciò che sta in superficie, avvelenando il sottosuolo e le persone che vivono lì.
Quello che abbiamo visto è davvero preoccupante, l’accaparramento delle terre (land grabbing), le persone che si ammalano, le violenze e le intimidazioni. Ma mettiamo insieme i tasselli.

industria della soia

Perdita di biodiversità e spreco di risorse alimentari
La deliberata distruzione degli habitat naturali ci sta portando verso una progressiva perdita di biodiversità. Gli animali da reddito (circa 70 miliardi, esclusi i pesci) necessitano di essere nutriti, e per questo moltissima terra viene impiegata per la coltivazione dei mangimi. Basti pensare che circa un terzo delle terre coltivate nel mondo sono riservate alle monoculture di mangimi.
Gli animali chiusi negli allevamenti intensivi necessitano di cibo. Per produrre il mangime si trasformano le terre che ospitano flora e fauna rigogliose in monoculture. E così, dalla perdita di biodiversità allo spreco alimentare, il passo è breve. Basti pensare che il 60% della produzione dei cereali diventa mangime per gli animali.

Deforestazione
Tra il 1980 e il 2000, nei paesi in via di sviluppo è stata convertita a terreni agricoli un’area pari a 25 volte il Regno Unito – oltre il 10% di questa a discapito delle foreste tropicali esistenti. Le tendenze attuali indicano che l’espansione agricola in Amazzonia, attuata per convertire le foreste pluviali in terre per il pascolo e l’agricoltura, distruggerà il 40% delle aree incontaminate entro il 2050.

campi di soia

Impoverimento delle popolazioni locali
Gli studiosi imputano il fenomeno del land grabbing ad un cambiamento strutturale, ovvero il passaggio da una agricoltura a conduzione familiare ad una intensiva. Dal 1988 al 2008 il numero di piccoli coltivatori di soia in Argentina è passato da 421.000 a 270.000 e il 2% delle aziende agricole controlla più del 50% delle aree coltivabili. Al contrario, le piccole imprese agricole che rappresentano il 57% del totale, controllano appena il 3% della terra.
Sempre in Argentina, dal 1990 gli acri coltivati a soia sono quadruplicati, e in certe aree l’uso di diserbanti è cresciuto di 11 volte con effetti drammatici sulla popolazione. Mediamente, in Argentina, il 19% delle morti sono causate dal cancro; nelle aree dove viene coltivata la soia in modo intensivo si supera il 30%.

Ma allora chi ci guadagna?
L’allevamento intensivo è la maggiore causa di sofferenza per gli animali e rappresenta anche ciò che danneggia maggiormente la salute dell’uomo e del nostro pianeta. A breve termine sicuramente questo sistema porterà enormi profitti nelle tasche dei soliti pochi, ma a lungo termine un pianeta depauperato e inquinato, una popolazione ammalata e una fauna maltrattata non offriranno a nessuno un luogo che potrà essere chiamato casa.

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