Sono ingenti le energie attualmente messe in campo per limitare le emissioni di anidride carbonica: questo per tentare di arginare l’effetto serra e il conseguente aumento della temperatura che starebbe causando i cambiamenti climatici.
La ricerca principalmente è orientata alla creazione di fonti di energia rinnovabile e non fossile. Sono molte le soluzioni che si stanno tentando. Fra queste una nuova ricerca prova a risolvere il problema attraverso l’azione di un piccolo batterio che utilizza l’anidride carbonica presente nell’atmosfera per trasformarla in prodotti utili.
Il batterio, chiamato Pyrococcus furiosus, che cresce sugli zuccheri a temperature di circa 100 gradi Celsius – in altre parole, quando il liquido bolle. I ricercatori guidati, dal Dr. Michael W. Adams della University of Georgia e il Dr. Robert Kelly della North Carolina State University hanno preso questo batterio e l’hanno modificato geneticamente prendendo geni da altri batteri che sono attivi a temperature molto più basse – circa 73 gradi Celsius.
In questo modo il batterio ha un’attività metabolica limitata, ma sufficiente per attivare i nuovi geni già a 73 gradi celsius. In questo modo è in grado di trasformare l’anidride carbonica in prodotti utili. Quello che è necessario al batterio è l’anidride carbonica e un po’ di idrogeno.
Nella ricerca i batteri in ultimo producono l’acido 3-hydroxypropionic, che è un precursore utilizzato nella produzione di diversi prodotti di plastica.
Il prossimo passo per Adams e la sua squadra è di lavorare in modo che il processo sia più produttivo e per creare i geni che costruiscono prodotti diversi. In particolare il prodotto principale a cui Adams è interessato sono i biocarburanti. Se si riuscisse a lavorare sul processo si potrebbe creare un carburante pulito utilizzando la stessa quantità di anidride carbonica che emette quando viene bruciato. Sarebbe, in pratica, un combustibile a emissioni zero, che elimina uno dei principali problemi con i biocarburanti. Vale a dire, la quantità di tempo e di energia che viene sprecata nel convertire colture a combustibile. Ancora più importante, se questo processo fosse scalabile e sufficientemente economico, potrebbe rendere non più necessario l’utilizzo di mais e altre colture alimentari per scopi industriali. E questo, di conseguenza, potrebbe calmierare l’aumento di prezzo di alcuni cibi che vengono utilizzati anche come combustibili.
Gli esperti sono moto fiduciosi nella ricerca: infatti, spiegano, stanno facendo esattamente ciò che fanno le piante, ma senza di esse.
Petrolieri e affini faranno di tutto per boicottare il progetto così come hanno fatto per le centrali nucleari.
bella notizia!!!!spero che presto si trasformi in realtà